Regia di Jeremy Saulnier vedi scheda film
FESTIVAL DI CANNES 2015 - QUINZAINE DES REALISATEURS
Sempre alla Quinzaine si celebra il ritorno di un autore giovane ma in odore di mito: Jeremy Saulnier che dopo essersi fatto notare con il cupo horror Blue Ruin proprio nella medesima rassegna del 2013, ed essere stato notato e preteso da Emanuela Martini per il suo TFF del medesimo anno, ora ritroviamo in forma con un nuovo cupo e teso horror-splatter nel claustrofobico GREEN ROOM.
Una band di musica hard rock, gli Ain't Rights, si reca in una sperduta località dell'America rurale per un ingaggio allettante dopo un tour a dir poco fallimentare.
Arrivati nel posto, i quattro si esibiscono, ma al termine, accidentalmente, assistono al brutale omicidio di una ragazza nel back stage del fetido locale. Testimoni oculari del fatto, i quattro si asserragliano nel locale chiuso e senza via d'uscita pretendendo di uscire solo con l'arrivo della polizia, che guarda caso arriva tardi e viene fatta andare via con un bieco stratagemma.
In trappola, i quattro, con una quinta ragazza amica dell'assassinata, dovranno cercare di sopravvivere ad un'orda di assassini spietati che cercherà in tutti i modi di stanarli.
Horror cupo e fosco, con punte gore che fanno esaltare gli appassionati in sala.
Horror medio, attraente ma anche compiaciuto e pieno di sé, che tuttavia conferma le doti artistiche (e la furbizia) di un giovane cineasta forse un po' sopravvalutato, ma destinato a lasciare il segno nel mondo dell'horror.
Anton Yelchin, Imogen Potts e addirittura Patrick Stewart sono le punte di diamante di un cast efficace e convincente che vede impegnato nuovamente l'esilarante e disarmante Macon Blair, pure qui impegnato in un ruolo tragicomico che gronda ironia e sangue con la stessa copiosa, eccessiva, meravigliata naturalezza.
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