Gli Ain't Rights, una band punk composta da quattro musicisti, sono impegnati nelle ultime tappe di un tour fallimentare quando trovano più di quanto si aspettassero da un concerto organizzato all'ultimo minuto in un luogo isolato nel selvaggio Oregon. Dopo aver assistito alla scena di un delitto, i quattro sono intrappolati in una stanza del backstage in preda a una gang di spietati suprematisti bianchi, intenzionati a eliminare tutti i testimoni. Aggrappandosi alle loro uniche forze e all'ingegno, si riveleranno essere un gruppo molto eterogeneo in grado di lottare per la propria sopravvivenza.
L'ambientazione è autentica e curata nei dettagli, segno che si sono fatti i compiti a casa. Strano che partecipino alla colonna sonora Slayer, Obituary e altri, col rischio magari di essere associati al nazi-metal/hardcore.
Seconda opera di Saulnier, regista che si era presentato benissimo con il drammatico Blue ruin. Il risultato -in termini di qualità- sta esattamente nella via di mezzo tra l'opera d'esordio e il successivo Hold the dark.
Se in questo genere di film una quota di irrazionalità della parte debole è necessaria, qui si eccede, fino a trasformarsi in un classico stupid-movie, con la relativa inversione dell'identificazione: i deboli sono troppo idioti per restare vivi.
Grande l'algido Patrick Stewart. Voto 4.
Tra il thriller party ed il revenge movie, Saulnier dimostra una inclinazione non comune ad utilizzare i luoghi comuni del genere (pulp) per raccontare l'emergere di pulsioni ancestrali e patemi esistenziali nelle situazioni estreme in cui individui socialmente pacifici possono, loro malgrado, vedersi precipitati.
Dopo lo scarso successo commerciale della loro tourneè itinerante, una giovane punk band viene indirizzata verso il rave party nello sperduto locale alternativo frequentato da una numerosa comunità neonazista. Testimoni involontari dell'omicidio di una giovane spettatrice però, saranno trattenuti contro la loro volontà e dovranno ingaggiare una dura lotta per la vita.… leggi tutto
Gli Ain't Rights, aggiornando i Dead Kennedys (“Nazi Punks, Fuck Off!”), hanno un'idea da far impallidire “Joliet” Jake ed Elwood Blues; e la mettono in pratica... “Non vi stiamo trattenendo, ma qui ci rimanete.”
Red State? Beaver State! Oregon (North-Westerner Comfort). È l'End of the Tour per gl'indie-anarco-punk Ain't Rights… leggi tutto
In un momento di infruttuosa attività, la band musicale degli Ain't Rights (impegnata in esibizioni heavy metal) accetta di partecipare a un raduno di estremisti, propugnatori di filosofie razziste. Durante la serata il gruppo è involontario testimone di un omicidio. Da quel momento i quattro componenti si trovano coinvolti in un incubo senza più via… leggi tutto
Facciamo un gioco. "Parapiglia! Scatta il gioco della bottiglia!" ...? Quasi, ma no. "Se ti faccio vedere il mio nuovo minipimer a vibrazione ultrasonica che c'ho in tasca tu me lo esci il tuo set di scodelle?" ...?…
Il problema di questi films è sostanzialmente esistenziale (!!!!!): perché devo sprecare il mio tempo per un qualcosa di risaputo e con pochi margini d'interesse? La domanda è 'amletica' e la risposta soggettiva. Green Room non è scritto male e partendo da un contesto preciso (i soliti 'profondi' USA...) cerca disperatamente l'attenzione, tuttavia nella…
vado controcorrente rispetto alla media dei giudizi su questo film. in primis la sceneggiatura fa acqua da tutte le parti: non c'è nesso logico tra molte parti, i dialoghi sono fuoriluogo, spesso non si capisce di cosa stiano parlando. Questo capita a partire dalla segregazione della giovane band nella stanzetta ma in realtà anche prima. Com'è possibile che una band punk…
In un momento di infruttuosa attività, la band musicale degli Ain't Rights (impegnata in esibizioni heavy metal) accetta di partecipare a un raduno di estremisti, propugnatori di filosofie razziste. Durante la serata il gruppo è involontario testimone di un omicidio. Da quel momento i quattro componenti si trovano coinvolti in un incubo senza più via…
Gli Ain't Rights, aggiornando i Dead Kennedys (“Nazi Punks, Fuck Off!”), hanno un'idea da far impallidire “Joliet” Jake ed Elwood Blues; e la mettono in pratica... “Non vi stiamo trattenendo, ma qui ci rimanete.”
Red State? Beaver State! Oregon (North-Westerner Comfort). È l'End of the Tour per gl'indie-anarco-punk Ain't Rights…
Più che un horror - essendone escluso l'elemento soprannaturale - Green Room è un thriller claustrofobico e moderno, che rimanda alla migliore tradizione americana, da Un tranquillo weekend di paura a I guerrieri della palude silenziosa. Bella l'idea di adottare come protagonisti della storia una band di punk rock della provincia americana: qui siamo dalle parti di Portland,…
Ogni tanto ti capita di vedere un film che potresti definire quasi "anonimo" e che poi si sivela una gran bella sorpresa.
E' sicuramente il caso di questo "Green Room", un film che ho visto molto volentieri e che devo dire mi ha coinvolto dall'inizio alla fine.
La trama è semplicissima, c'è una rock band scalcinata che si guadagna da viviere suonando nei peggiori bar…
Negli Stati Uniti di qualche anno fa, una band punk si trova a suonare in un locale scalcinato di proprietà di un personaggio di estrema destra e frequentato da skinheads. I ragazzi della band sono involontari testimoni di un omicidio avvenuto nel backstage, e, a quel punto, non sono lasciati andar via. Proprietario e frequentatori del locale ne tentano l'eliminazione. Decisivo per la…
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Commenti (12) vedi tutti
Inutile inconcludente e noioso
commento di Salvatore1870L'ambientazione è autentica e curata nei dettagli, segno che si sono fatti i compiti a casa. Strano che partecipino alla colonna sonora Slayer, Obituary e altri, col rischio magari di essere associati al nazi-metal/hardcore.
commento di moviemanEnnesimo thriller dai contorni claustrofobici con variazioni (contenute) tali da giustificarne un minimo la visione. 6 AUTOREFERENZIALE
leggi la recensione completa di luca826Seconda opera di Saulnier, regista che si era presentato benissimo con il drammatico Blue ruin. Il risultato -in termini di qualità- sta esattamente nella via di mezzo tra l'opera d'esordio e il successivo Hold the dark.
leggi la recensione completa di undyingSe in questo genere di film una quota di irrazionalità della parte debole è necessaria, qui si eccede, fino a trasformarsi in un classico stupid-movie, con la relativa inversione dell'identificazione: i deboli sono troppo idioti per restare vivi. Grande l'algido Patrick Stewart. Voto 4.
commento di ezzo24il regista sicuramente è bravo ma questo film a me non è piaciuto per nulla
commento di the_cla_88C.S.I.
leggi la recensione completa di mckUna bella sorpresa questo "Green Room". Un film di tensione e sopravvivenza che consiglio alla stragrande a tutti. Un gran bel film da vedere.
leggi la recensione completa di ClintZoneUno dei più brutti film che abbia visto in vita mia! Non perdete il vostro tempo e passate oltre.
commento di maxscarponela tensione c'è e la tecnica pure...così come la sospensione della credibilità chiesta allo spettatore...tanta...troppa!
commento di giovenostaUn bel film dal lontano sapore "Carpenteriano". Non annoia mai e regala momenti di grande tensione.
leggi la recensione completa di DeppTra il thriller party ed il revenge movie, Saulnier dimostra una inclinazione non comune ad utilizzare i luoghi comuni del genere (pulp) per raccontare l'emergere di pulsioni ancestrali e patemi esistenziali nelle situazioni estreme in cui individui socialmente pacifici possono, loro malgrado, vedersi precipitati.
leggi la recensione completa di maurizio73