Regia di Steve Carter vedi scheda film
Sean Kane è uno sbirro pronto a tutto, per il quale il fine giustifica qualsiasi mezzo. Costretto a lasciare la polizia dopo la morte di un collega e amico, Kane decide di 'mettersi in proprio' per dare la caccia ai narcotrafficanti responsabili dell'omicidio dell'amico.
Dal Braccio violento della legge (William Friedkin, 1971) e dal Giustiziere della notte (Michael Winner, 1974) in avanti, si sviluppa nel cinema americano un filone 'giustizialista' che vede in prima linea una serie di personaggi più o meno insospettabili - spesso sbirri, nell'accezione rude del termine, come in questo caso - che non esitano a mettere in gioco le loro stesse vite pur di raggiungere l'obiettivo finale: sostanzialmente la vendetta personale. Ma una vendetta positiva, per l'appunto 'giusta', moralmente ineccepibile, cosa che permette alla trama di questo tipo di pellicole quasi ogni sorta di sconvolgimento e di violenza, garantendo inoltre una cospicua dose di azione e di ritmo. Triade chiama Canale 6 (titolo originale, banale ma decisamente migliore, An eye for an eye) è indubbiamente un titolo anonimo all'interno di questo sottogenere, ma rimane memorabile quantomeno per gli adepti di Chuck Norris, che riveste qui uno dei suoi primi ruoli da truce 'angelo sterminatore'; ad aggiungere curiosità c'è poi un dettaglio estetico non da poco: in questo film Norris ha il volto completamente rasato, riuscendo pressochè irriconoscibile senza i consueti barba e baffi d'ordinanza con cui il grande pubblico imparerà in seguito a conoscerlo. Adrenalina, esplosioni, combattimenti (Chuck coglie l'occasione per sfoggiare il suo repertorio di arti marziali) e quant'altro serva all'occorrenza: Triade chiama Canale 6 non delude le basse aspettative di partenza, senza offrire nulla in più naturalmente. Christopher Lee riveste il ruolo del cattivo e gli 'effetti speciali' del lavoro terminano qui; sceneggiatura di James Bruner e William Gray. 3,5/10.
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