Regia di Raffaello Matarazzo vedi scheda film
Esordio felicissimo per Matarazzo, che approfittando di una proposta da parte del regime di sponsorizzazione dell’iniziativa del treno popolare, il regista ne fa un film a tutti gli effetti, ma arginando l’idea pubblicitaria in maniera intelligente ed arricchendola con quadretti, mai bozzetti, di vita simpaticamente reale. Un discreto film collettivo, che riesce a bilanciare bene l’dea di commedia, voluta dal regime, che vietava drammi intensi e favoriva prodotti leggeri o film di propaganda bellica, al momento opportuno, non per niente il periodo è stato soprannominato come quello de I Telefoni Bianchi. Matarazzo riesce ad uscire dalla logica in maniera intelligente con un senso del racconto gradevole legato ad un’ottima fotografia, che è basilare per il racconto, dato che il film è stato completamente girato in esterni. La critica, che però è generale nel momento storico cinematografico di quel periodo, è legato alle attrici giovani, che evidentemente di talento erano davvero scarse, che cinguettano in ogni momento le loro battutine che acquistano un tono insulso, rovinando nel tempo anche il valore effettivo del film. Efficace il commento musicale di Nino Rota, che alle volte non è solo commento, ma veri pezzi di bravura, escluso i coretti, sempre in uso in quel momento, da considerare che l’autore era al suo esordio nel cinema.
un film che anticipa un cinema diverso
esordio con i fiocchi
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