Regia di Mario Caiano vedi scheda film
L'ennesimo western di Caiano ha il pregio (non esagerato, ma certo innegabile) di costituire uno dei primissimi titoli all'interno del filone spaghetti a virare nettamente verso la commedia (di lì a poco l'accoppiata Bud Spencer & Terence Hill sbancherà i botteghini con prodotti del tutto analoghi). Un treno per Durango nasce da una sceneggiatura del regista e dell'altrettanto esperto del genere Duccio Tessari (ma si vocifera di un intervento, non accreditato, anche di Fernando Di Leo); al centro della pellicola c'è la godibile coppia formata da Enrico Maria Salerno e Anthony Steffen (italo-brasiliano che all'anagrafe risultava Antonio De Teffè), con discreti comprimari del calibro di Mark Damon, Aldo Sambrell (doppiato da Ferruccio Amendola) e della bella Dominique Boschero. Il ritmo c'è e la storia trae la necessaria linfa vitale da un'ironia di fondo che riesce non tanto a rendere la pellicola in sè migliore, ma quantomeno a diversificarla dalle ormai sterminate salve di western seriali che il cinema italiano in quegli anni superproduceva senza sosta; la fotografia è di Enzo Barboni (in seguito regista con lo pseudonimo di E. B. Clucher) e le musiche di Carlo Rustichelli: apprezzabili, con svariate citazioni di brani classici (fra cui L'apprendista stregone di Dukas, reso celebre da Fantasia di Disney). 4,5/10.
Le peripezie di una coppia di banditi (un americano e un messicano) a caccia di un tesoro - rubato da altri banditi - in terra messicana.
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