Regia di Alberto Negrin vedi scheda film
Durante la seconda guerra mondiale, a Ventotene si ritrovano alcuni confinati politici. Insieme decidono di stendere un documento che spieghi la necessità e la possibilità di un'Europa unita: sarà il cosiddetto 'manifesto di Ventotene'.
Una fiction televisiva sul manifesto di Ventotene può sembrare eccessiva, per quanto tutt'altro che sbagliata in sè, naturalmente; ma con tanti argomenti degni di nota e di divulgazione popolare, la scelta proprio di questo episodio potrebbe lasciare gli spettatori accigliati. In realtà Un mondo nuovo non fa altro che ricordare - in un periodo di grave instabilità politica all'interno dell'Unione Europea - il forte ruolo avuto dall'Italia all'interno del processo di unificazione continentale: il suo effetto primario è senz'altro questo, soprattutto considerando chi c'è dietro la macchina da presa, cioè Alberto Negrin, regista televisivo di ormai conclamato impegno civile. Negrin, figlio di genitori fuggiti dall'Italia a causa della tragedia fascista (e per questo nato a Casablanca), ha dedicato parecchi suoi film a quel periodo storico; in questo caso lavora in sordina però, raccontando una vicenda priva di spettacolarità o quantomeno di scene madri, con protagonisti semianonimi per il grande pubblico (Altiero Spinelli, Ernesto Rossi, Eugenio Colorni) ed effettivamente l'idea di limitare la durata a cento soli minuti, azichè le solite due puntate che sforano ampiamente le tre ore, è azzeccata. Ma Un mondo nuovo anzitutto pecca dal punto di vista formale, per la sua realizzazione brutalmente televisiva, cioè di scarsa rifinitura estetica; a ciò va aggiunto che il cast presenta quali maggiori nomi quelli di Isabella Ragonese e di Vinicio Marchioni: pochetto per un pubblico esigente, da questo punto di vista, come quello domestico. 4/10.
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