Regia di Paul Katis vedi scheda film
Il plotone posizionato sulla diga Kajaki sembra essere lontano dai punti caldi della guerra. Non un contesto vacanziero, tuttavia il nemico si riesce a vederlo molto da lontano e le scaramucce non sembrano toccare più di tanto gli uomini.
L'Afghanstan purtroppo, dall'invasione sovietica è un paese che non ha mai conosciuto la pace ed il conto della sua storia viene presentato in tutta la sua tragicità durante una normale pattuglia all'interno di un letto di fiume asciutto cosparso di mine.
Tutto il film si svolge in fin dei conti nello spazio di pochi metri dove il singolo centimetro a destra o a sinistra può significare vita o morte.
Kilo Two Bravo mostra in tutta la sua drammaticità l'efficacia di un campo minato. Ad una parte iniziale sostanzialmente statica c'è un crescendo di tensione piuttosto sensibile all'interno del campo minato, i feriti con arti amputati divorati dal dolore, i soccorsi che tardano a venire anche per le caratteristiche impervie della zona di recupero. Un film che mostra un crescendo notevole ed una regia molto attenta, sottolineando particolari che diventano anche surreali. Un buon film meritevole di una visione.
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