Regia di Mario Sesti vedi scheda film
Mario Sesti non è solo apprezzato critico cinematografico noto anche ai lettori di Film Tv, o animatore di festival, ma documentarista sui generis. Nel senso che parte da un progetto, può essere uno studio su Gadda o su Berlinguer, e poi cerca di svilupparlo nel modo meno prevedibile possibile. Senza Lucio non è, quindi, il film dedicato a Dalla che in tanti potrebbero aspettarsi. Non una biografia documentaristica con le immagini di repertorio, i videoclip, le scene live e la scansione biografica. Non c’è (quasi) nulla di tutto questo perché Sesti prende alla lettera il titolo e racconta un’assenza. Scomparso all’improvviso il 1° marzo 2012, l’autore di Anna e Marco ha lasciato un vuoto, quello che il film riempie di immagini (soprattutto fotografiche: suoi ritratti e poi decine di luoghi amati) parole, molta poesia, suoni e musica (di Teho Teardo, quando è originale), ma anche in questo caso meno del previsto e mai quella che ti aspetteresti. C’è un narratore esplicito, Marco Alemanno, compagno di Dalla e autore di quasi tutti gli scatti che si susseguono, spesso colti in viaggio: a lui il compito di definire l’uomo, più che l’artista. Per l’artista ci sono invece altri amici e colleghi, alcuni, come Renzo Arbore o Stefano Di Battista, attenti a rievocare quasi filologicamente lo spessore del musicista (jazz, pop, in realtà inetichettabile). Il ritratto così costruito finisce per essere inedito, e commovente.
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