Regia di Sydney Pollack vedi scheda film
Un modesto "lettore" di trame di romanzi alle dipendenze della CIA segnala in un rapporto ai superiori un possibile complotto internazionale, senza immaginare che tale complotto è organizzato proprio da alcuni suoi superiori, che perciò fanno sterminare tutti i dipendenti di quell'ufficio da un killer; ma l'unico che si salva è proprio lui, l'autore del rapporto, che poco per volta capisce qualche cosa e impara a diffidare di tutti; finisce dicendo di aver mandato al giornale tutta la documentazione sui fatti della CIA, ma il suo superiore che aveva cercato di farlo uccidere e che ora non si capisce se è rientrato o se vuole ancora eliminarlo gli fa capire che la notizia non verrà pubblicata; ce la racconta il film, ma senza fornire informazioni chiare.
Successo facile, nel momento politico di burrasca sulla CIA e sui servizi segreti; ma il racconto è confuso e assurdo: che la CIA si serva di ingenui o anche di cretini è un topos comico che va bene in un film comico; qui non si tratta di cretini, ma di ingenui al limite della cretineria e di vaghi complotti cui si allude confusamente. La storia d'amore è ovvia e inserita senza alcuna necessità narrativa; offre qualche momento efficace, ma gratuito, dettato dalla stessa abilità retorica della tensione politica, sfruttando lo stato d'animo di un pubblico pronto a farsi avvincere dal tema della solitudine angosciante (di lui, di lei, delle foto autunnali) e da quello dei misteri dei servizi segreti, senza indagare sul senso né sulla verisimiglianza della storia.
Un film che che si vede piacevolmente, ma non lascia segni, come le notizie giornalistiche sul pubblico cui si rivolge: della mia prima visione ricordavo la storiella sul proiettile di ghiaccio che scompare e le foto non viste; e forse sono proprio le cose più importanti del film...
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta