Regia di Sydney Pollack vedi scheda film
In una trappola che ha molto del gioco impietoso di alti livelli di Potere,un agente CIA di seconda fila si tramuta,da insignificante pedina eliminabile,in una sorta di cavallo che potrebbe aggirare diversi ostacoli e guastare i programmi di chi aveva decretato l'eliminazione in toto del suo reparto.Da un romanzo scorrevole di J.Grady,Sidney Pollack ha tratto uno dei thriller più belli e ben fatti mai visti.C'è una cura nel tratteggiare i personaggi,una densità di sceneggiatura di corposa sostanza,e la bravura di attori molto convinti del proprio ruolo che forniscono a un regista che è un grande autore "popolare" prove di prima qualità, tutto a suggellare "I tre giorni del Condor" come un teorema dell'individuo messo in trappola dai grandi meccanismi e con l'unica possibilità di salvezza delle proprie risorse,di cultura e intuito.Nei ritocchi sapienti dati ai personaggi,si apprezza,oltre alle ottime qualità dell'intreccio,il modo in cui sono date le sfumature ai singoli personaggi,compresi i ruoli in secondo piano,come il killer impersonato da un composto Max Von Sydow,e la stretta verosimiglianza antibondiana data a una storia di spie e servizi tanto ammalati di smania di Potere da creare un sistema delittuoso e criminale di gestire il personale.Le foto malinconiche della bella Faye Dunaway,il rapporto tra i due protagonisti su cui pesa il fiato di un'istituzione impazzita,la sagacia in divenire di Joe Turner,il "Condor",gli stratagemmi orditi per sfuggire all'eliminazione prevista sono gli ingredienti ben messi di un film degno di rimanere tra i classici degli anni Settanta.
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