Regia di Paolo Gaudio vedi scheda film
Tre vicende si "annodano" tra loro. La prima, la storia di uno scrittore di fine '800, ossessionato dalla propria arte e dalle conseguenze che la consacrazione della propria vita alla medesima ha portato; la seconda, il racconto di un giovane e di un vecchio persi in un bosco, alla nebulosa ricerca di un qualcosa che non è chiaro, ed illustrata con tecniche di animazione; infine l'ultima, più articolata, storia di uno studente universitario ossessionato dai libri che gli autori non hanno finito di scrivere, segnato da un passato familiare di dolore. Il filo conduttore che sembra legare le tre storie è il tema della ricerca, di un luogo il quale, secondo l'idea trasmessa dall'autore, è in realtà un non-luogo, una metafora di speranza ed oblìo dai dolori terreni. Il film non è di facile comprensione, tanto per i rapidi alternarsi delle sequenze delle tre vicende, in un ordine temporale alterato, quanto per una mancanza di quel "senso del meraviglioso", presumbilmente dovuto alla scarsità di mezzi nella disponibilità della produzione, che potrebbe minare l'interesse di alcuni spettatori. Nonostante tale penuria, è notevole la cura profusa nella realizzazione di questo film. Costumi ben realizzati, effetti speciali pochi ma buoni, recitazioni accettabili, una colonna sonora d'atmosfera. La vicenda rimane in sospeso, ma una conclusione "consolatoria" è comunque ipotizzabile. Un prodotto curioso e coraggioso, degno d'attenzione.
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