Regia di Francesco Rosi vedi scheda film
Tre fratelli si ritrovano per il funerale della madre in un paesino del sud Italia: Raffaele fa il giudice a Roma ed è implicato in inchieste pericolose, Rocco insegna in un riformatorio di Napoli, Nicola fa l’operaio a Torino e si è appena separato. Quella notte il vecchio padre ripensa ai primi tempi del proprio matrimonio e ognuno dei figli immagina un possibile scenario futuro: forse Nicola si riconcilierà con la moglie, forse Raffaele verrà ucciso in un attentato terroristico, forse Rocco riuscirà a trasformare i suoi ragazzi sbandati in persone civili. Personaggi un po’ didascalici, come di consueto nei film di Rosi (estenuante il confronto dialettico fra Noiret e Placido sulla lotta armata e sui diritti dei lavoratori), ma dotati di una loro verità interiore. Le cose migliori sono i tre flashforward visionari, specialmente quello con Maddalena Crippa: un appartato interno piccolo borghese, teatro di un dramma familiare sommesso ma accorato. Dietro le singole storie si intravede il disorientamento di un’intera generazione esposta alla prova del fuoco: la speranza per il futuro è rappresentata dalla figlia di Nicola, una ragazzina di città che osserva con sguardo curioso il mondo contadino a lei ignoto e prova un’istintiva solidarietà verso il nonno.
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