Regia di Francesco Rosi vedi scheda film
Generalmente considerato uno dei film di Francesco Rosi meno convincenti, è tuttavia un'opera dignitosa, certamente lontana dagli exploit del regista. Film intimista nel quale la Storia contemporanea e in particolare gli anni di piombo entrano tra le mure domestiche e silenziose di una vecchia casa pugliese, intreccia il privato dei tre fratelli meridionali emigrati al nord al capezzale della madre e il pubblico dei tre uomini incarnanti altrettante istanze diverse (un giudice che si oppone al terrorismo, un professore militante tra i piccoli carcerati e un operaio comunista casaintegrato). Il vecchio padre votato al silenzio e al dolore è la testimonianza di un Sud operoso e carico di pathos: un magnifico Charles Vanal. Retto dai faccia a faccia tra i tre fratelli, si perde quando Rosi calca la mano caricando l'atmosfera di troppa retorica vagamente posticcia. Straniante il sogno con Mezzogiorno in mezzo alla munnezza tra i baby carcerati, attraversata dal Pino Daniele di Je so' pazz'. Nella gara di bravura degli attori, vince il magnetico Vittorio Mezzogiorno. Candidato all'Oscar come miglior film straniero.
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