Regia di Franco Rossi vedi scheda film
Lavoro monumentale, questa trasposizione dell'Odissea di Omero che Franco Rossi si incarica di mettere in scena su commissione della Rai. Il regista 'jolly', fino a quel punto della sua carriera impiegato per film a episodi (sostanzialmente pellicole realizzate con riempitivi e segmenti troppo brevi e fragili per poter essere sviluppati in lungometraggio), impatta qui con la televisione e, dato l'esito positivo dell'operazione, comincia per lui una nuova fase della carriera, tant'è vero che tre anni più tardi dirigerà anche un'altrettanto colossale versione per il piccolo schermo dell'Eneide. Bizzarra sorte: dai cortometraggi a lavori dalla lunghezza sterminata. In fase di sceneggiatura il team impiegato è composto da cinque firme: Renzo Rosso, Giampiero Bona, Luciano Codignola, Fabio Carpi e Mario Prosperi; la fedeltà al testo originale è ottima e, al netto dei limiti inevitabili per un prodotto televisivo sia pure di buon budget (prevalenza dei dialoghi sull'azione, primi piani a iosa, scene e costumi che lasciano un po' a desiderare...), si può considerare questo film una visione interessante, attendibile trasferimento sullo schermo delle parole di Omero. Il protagonista è lo jugoslavo (bosniaco) Bekim Fehmiu, alla sua prima esperienza in Italia: pure ignoto o quasi, se la cava bene; attorno a lui, nel corso degli otto episodi della durata di circa 50 minuti ciascuno, possiamo trovare Irene Papas, Barbara Bach, il francese Renaud Verley, Marcella Valeri, Scilla Gabel, il tedesco Otto Albertj, Giulio Donnini e, in un ruolo minore, Orso Maria Guerrini. Dai numerosi cognomi stranieri presenti nel cast si intuisce la coproduzione internazionale; la triplice targa è franco-italo-tedesca (Germania dell'ovest, ai tempi). 7/10.
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