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Tre donne

Regia di Robert Altman vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Tre donne

di mck
10 stelle

Violenta, amorevole oasi ginoide klimtiana tripartita che del sogno ha l'impossibile bellezza... realizzabile.

 

* * * * ¾    

 

The dreams can't hurt you, ovvero : Dr. A & the Women.

 

Scardinare la prigione della realtà, abitare il deserto del reale : Mildred's Pie(r)ce(s).

 

Gustav Klimt (le 3 età) a Vermillion Sands, CA (Hot Springs Desert e Palm Springs).

 

"That Cold Day in the Park" (1969) →↔→ "Images" (1972) →↔→ "3 Women" (1977).

E in mezzo M*A*S*H, McCabe & Mrs. Miller, the Long GoodBye, Thieves Like Us, NashVille, Buffalo Bill and the Indians, or Sitting Bull's History Lesson... 

 

 

Proclamo il Sogno punto di fuga : un Progresso in processo ciclico dominante la prospettiva (frammentata, rifratta) che possiamo avere del nostro futuro.

 

 

La osservai mentre faceva uno sforzo cosciente per rilassarsi, trattando se stessa come avrebbe trattato un paziente sconvolto al pronto soccorso. Si appoggò al sedile di pelle logora, riempiendosi i polmoni di quell'aria tersa e respirando lentamente. Poi si sistemò il ciuffo di capelli scuri che le nascondeva la fronte alta e che al minimo accenno di stress sparava sempre in avanti come una cresta. Mi tornava in mente la sua calma, il suo buon senso quando aiutava le infermiere non ancora diplomate alle prese col mio apparecchio ortopedico. In cuor suo era ancora una studentessa in rivolta, che faceva proseliti tra i compagni, sempre con una bomba pronta a scoppiare nascosta nello zaino, ben conscia delle convenzioni ottuse che governavano la scuola privata e l'internato in ospedale e tuttavia provvista di uno spirito di solidarietà abbastanza forte per soccorrere una casalinga stressata o un inserviente di reparto.

 

James Ballard - Super-Cannes - 2000 (trad. Monica Pareschi, Feltrinelli, 2000)

 

 

"It's a horrible job. And we don't need it. Neither of us." 

 

Mildred ''Millie'' Lammoreaux  -  Shelley Duvall  -  3 Women  -  Robert Altman  -  1977

 

 

Mildred-Sissy Spacek, uno scricciolo working class Texano di lentiggini e iridi azzurre che tracanna birra con un pizzico di sale come uno scaricatore di porto che per hobby fa il camionista, troppo giovane per poter essere definita single, appena atterrata rientrando dalla fuga forzata nelle BadLands lasciandosi le Rosy-Fingered Dawn alle spalle e tutto quel sangue, prima di approdare alla Thomas Ewen Consolidated High School e prendere il nome di Carrie lasciando quello di Pinky per rituffarsi ancora una volta nella rossa vernice fresca (qui pre-declinata cocktail di scampi, salsa di pomodoro e ketchup) piovutale addosso, e ritrovare la propria Straight Story, conosce Mildred-Shelley Duvall, di Huston (con puntata a Nashville), single-donna moderna

 

 

{ nel senso della rivista : il suo ripetere continuo (un trivag...are compulsivo ante litteram) a memoria automatica recensioni di viaggi (alle colleghe che apertamente la ignorano) e ricette (a Pinky che è intenta a cucirsi una vestaglia regalatale proprio da Millie e indossatala rimirarsi allo specchio), i suoi tentativi vanesi-appiccicosi d'approccio respinti, il suo non-stare occasionale con un uomo (sposato, con Willie-Janice Rule, la terza donna) che per ogni conversazione utilizza ritriti dialoghi e battute dal serial western tv a cui lavorò in passato come controfigura e cascatore : l'uomo che di lì a non molto entrerà di soppiatto in casa di Millie e Pinky cercando una birra ed allontanandosi dalla responsabilità di padre come di tutto il resto (un uomo - come tutti quelli che dimorano passando in secondo piano nella pellicola - così pericolosamente inutile o meglio inutilmente pericoloso da essere defenestrato dalla vita Fuori Campo, meritevole di due battute biascicate masticando chewing-gum) facendo uscire da quella stessa casa una rinnovata Millie nel ruolo di orfana di sé stessa e di madre : si, è tutto alla luce del sole, un sogno iperreale luccicante, scintillante, cristallino [ e non possono non tornare in mente tutti i personaggi forti femminili Altmaniani : Mrs. Constance Miller-Julie Christie, Blondie O'Hara-Jennifer Jason Leigh ("Kansas City", forse IL capolavoro di Altman degli anni '90), Cookie-Patricia Neal, le più variegate figure di Short Cuts, Dr.T, Gosford Park, su su fino alla Ry di Neve Campbell ("the Company", un gioiellino) e alla Dangerous Woman di Virginia Madsen (A Prairie Home Companion : the Big Goodbye...) ] },

 

 

stessa provenienza sociale, ex donna del bandito in giro per il Mississippi in compagnia di Thieves Like Us e diretta, dal Texas passando dal Golden State come tappa di ristoro intermedia, in Colorado, ancora sangue, ancora red-rum/room, ancora uno stuntman (che cade bene dalle scale colpito da una mazza da baseball), ancora labirinti non più dipinti ma tridimensionali, ancora l'OverLook supremo del Sogno (All job and no play makes Pinky a dull girl. Almost Deidre...), come lei qui in California, un triangolo svolazzante di gonna del vestito giallo canarino sempre chiuso fuori dalla portiera (un'invenzione-casuale di Shelley Duvall, autrice anche di molti dialoghi e battute ideati sul momento, ''eppure'' un'allusione ricorrente come solo nei sogni, un tratto distintivo di labile giocosa intensità, un'incontestabile polluzione di grazia...), per non parlar dell'accappatoio, con cappuccio, sempre giallo, a discender le scale (novella Lady in/out the Water...senza una storia da raccontare : Gloria Swanson - Norma Desmond al confronto 'scompare'... The Yellow Dahlia... Un altro Simbolo senza S-Oggetto...), visione ridicolmente esilarante, e sangue, ancora sangue, sangue, in un'apparizione sulla soglia (come solo Thandie Newton al limine di una messa al mondo a lieto fine/inizio ci consegnerà in Beloved), dopo le doglie infruttifere, impiegata per non stare disoccupata già da qualche mese alla clinica geriatrica e centro di riabilitazione di Desert Springs, e le viene assegnata come istruttrice per farle imparare i rudimenti e le basi del lavoro di basso profilo.

 

 

Raggiungeranno entrambe un'oasi di temporanea assestata felicità quando Pinky andrà a convivere con Millie nel di lei appartamento occupando la metà dello spazio e la metà dell'affitto lasciati scoperti da Deidre, la sua ex co-affittuaria, diventando tale trasferendovicisi.

 

 

Ammettendo che io sia un satirico, è del pubblico che faccio la satira, di ciò che si attende da un film e del suo bisogno di leggervi un messaggio.

 

Robert Altman (1980)

 

 

Non si può definire o raccontare il film, o meglio, certo che si può

[ una prima parte quasi documentaristica (alla Wiseman : ecco il reale), una seconda parte kubrickianamente speculare e contraria, di ritorno e ripercorso inverso evoluto, ed un finale...che risolve il conflitto con la resa all'unione mitocondriale ] :

'limitandolo', 'spiegandone' l'evidenza, ecco la trama che non è il film :

 

 

Mildred-Pinky è una ragazza puramente ingenua, un poco ignorante della vita, forse, ma che - per caso, per destino, per forza, per necessità - impara in fretta, sapendo quel che vuole e soprattutto ciò di cui ha veramente bisogno (forse più di Millie), contaminandosi con le regole, le usanze, i costumi, le consuetudini del vivere sociale, e in questo naturale processo corrompendosi col - sopravvivendo nel - mondo integrandosi in esso (attraverso la resa di un gesto estremo, e/o la possibilità di un sogno lucido in cui lei finalmente sarà autrice ed attrice, regista e controfigura, e recensore), Mildred-Millie è una giovane donna ingenua quel tanto che basta per autoingannarsi e credere d'aver deciso che la vita non ha più nulla da insegnarle, imperterrita e persa nel suo arroccarsi dietro ai cascami di una mitologia da quattro soldi -{ stampa (fine '800 - anni '60 - oggi), tv (anni '60 - oggi), internet (appena ieri - dopo domani), e di passatempi [ stupidi (che potrebbero essere per persone intelligenti ma che in questo caso sono) per stupidi ] da invidia del pene (altrui) : poligono di tiro e motocross }- che inevitabilmente lo limita, il proprio mito (il Mito è...Presente, ed in continua evoluzione e farsi, in una voluta semplificazione dispensabile), datogl'in dote da una società che respinge al mittente i suoi amorfi, abusati e spuri desideri di possesso (avere un maschio) per finalmente essere (restituirsi donna) : eppure è così brava - forse dolce è troppo - nel suo lavoro con gli anziani (tanto quanto è patetica la sua vita reale : se non insistesse così tanto nel perseverare ad integrare 'contro' gli altri l'idea che si è fatta di/da sé, sarebbe quasi più normale degli altri che le parlano alle spalle ad alta voce incuranti di farsi sentire e l'allontanano a colpi di tosse o indifferenza spinta) : il fatto è che adotta la stessa pratica su se stessa : si accudisce disinteressatamente e tutto le scivola addosso (un classico autoconvincimento che qualche volta trova sostegno alla messa in scena della vita nel lettino pieghevole da parete sistemato per l'occasione ad accogliere la compagna di stanza sfrattata dal sonno per lasciar posto all'intimità di un rapporto di sostegno occasionale, coevo a Looking for Mr. Goodbar) come l'acqua della piscina, e la cosa veramente impressionante è che questo atteggiamento, se pure in qualche misura ed in minima parte possa essere una maschera financo consapevole, persiste anche nel fuori campo del reale, ovvero quando è in scena da sola, non inquadrata dagli occhi degli altri [ Millie ha assunto questa personalità in pieno, ha rubato a se stessa la possibilità di un'alternativa di sfogo (non le resta che attaccare Pinky per difendere se stessa dal proprio fallimento), e di fuga, pur temporanea anch'essa, intima ], almeno fino a quando non accade l'irreparabile, il Silencio Lynchano, il suo cadere nel blu.

 

 

L'una, Pinky, l'artefice primigenia del cambiamento, per errore, per una disfunzione autoinsorta conseguente ad un incidente ricercato dall'incedere indecente, l'altra, Millie, la persona collettiva e/o mista che si adatta ed evolve ribaltando la situazione durevolmente, da banale a benefica.

 

(i primi due frame di questi tre soprastanti appatengono a "3 Women", l'ultimo è tratto dall'incipit di "BadLands" di Terrence Malick del 1973)

 

La semplificazione [ il Cambio che avviene nella personalità di Millie è pre-figurato palesemente nel riflesso sdoppiato (in varie diverse scene) dal/nel vetro della stanza di terapia intensiva in cui è mantenuta Pinky e poi di nuovo nel loro appartamento ], la circoscrizione complementarizzante dei personaggi è divertente ("Chissà com'è essere gemelle. Eh? Dev'essere strano. Sapranno sempre chi sono delle due? Un giorno Peggy è Polly, un altro giorno Polly è Peggy"), terribile (Millie che in ospedale rifiuta l'approccio - probabilmente sincero e disinteressato, ma anche no - di un potenziale candidato a Mr. Lammoreaux) e commovente (i cibi precotti che Millie 'trasforma' in ricette originali così come sono precotte le sue locuzioni : Kirsten Dunst-Mary in "Eternal SunShine of the SpotLess Mind").

 

Il rovescio [ senza lo scroscio (fontana, uragano-tornado, rottura delle acque) di Dr. T ] del Sogno (Americano).

 

 

Il doppio e lo sdoppiamento (due cose differenti) : Patricia Arquette nella scena cardine in cui diventa altro da/di sé, spogliandosi di fronte al boss Robert Loggia mentre Marilyn Manson re-interpreta "I Put a Spell on You" di Nina Simone (autore : Jalacy Hawkins : ottimo tratto d'unione fra Nina e Marilyn, Simone e Manson...) in Lost Highway e la coabitazione di Naomi Watts-Betty/Diane e Laura Harring-Rita/Camilla in Mulholland Drive (con Pinky che apre la personale Blue Box - Diario di Laura Palmer di Millie con una chiave lasciata un momento sul letto : Pinky sarà inghiottita, nel coma, dalla vita di Millie ri-sognata e ri-creata e migliorata per l'occasione). E ancora "What Ever Happened to Baby Jane?"-Robert Aldrich, "Persona"-Ingmar Bergman, "Cet obscur objet du désir"-Luis Buñuel (...'77), e la resa della messa in scena ancor più grossolanamente (all'interno del narrato) e 'fantasmaticamente' [ le speculazioni in forma di scorciatoia autoassolvente (un'alternativa al metodo Nightingale o un'estrema mascherata) declamate da Ziegler ] doppia e trina di Eyes Wide Shut.

 

 

Warren Oates sta dipingendo un cartellone pubblicitario appollaiato sull'oblio dell'orizzonte americano in bilico sul nucleo famigliare disgregato, come se fosse la cosa più importante del mondo, un lavoro come un altro, lì nelle BadLands, Bob Dylan gigioneggia con Ann Benton-Jodie Foster in Catchfire-Backtrack di Dennis Hopper, Willie-Janice Rule dipinge mosaici ed arazzi rendendoli bersagli di tiro a segno : Pinky-Mildred si tufferà in uno di essi colpendosi quasi a morte, Mildred-Pinky prenderà ben bene la mira, il colpo va a segno ma è il bersaglio ad essere sbagliato.

 

( Warren Oates - BadLands - Terrence Malick - 1973 )

( Bob Dylan - CatchFire/BackTrack - Dennis Hopper - 1989 )

 

Sul duo (e trio : la battuta pre finale di Janice Rule : "Ho appena fatto un sogno meraviglioso, cercavo di ricordarlo, ma non ci riesco", e poi quell' "Ok", arresosi alla ritrovata bellezza e felicità perduta) di attrici nulla di niente da dire, non altro che guardare e sentire, osservare ed ascoltare, e rilevarne la pienezza della grazia : Shelley Duvall e Sissy Spacek (con Mia Farrow), sono gli anni '70 : oggi potremmo ritrovarle in Tilda Swinton, Toni Collette, Vera Farmiga, e ritrovare una consimile altrettanto forte personificazione di un 'tipo' di donna e della propria era.

 

--- Musiche volutamente anzi quasi/forse necessariamente ingombranti/dominanti di Gerald Busby (che sarà attore per Altman nel di lì a poco prossimo ''A Wedding''), ospite del Chelsea Hotel (Leonard Cohen - "Mc. Cabe and Mrs. Miller") dal '77.

 

Gerald Busby’s music for ''3 Women'' is so perfect I don’t know how to talk about it.”  —  Robert Altman

 

 

--- Montaggio dell'abituale editor di Altman per tutta la seconda metà degli anni '70, Dennis M. Hill.

Scenografia del veterano Art Director-Production Designer James Dowell Vance (Ulzana's Raid), con Altman nel classico serial tv GunSmoke ('63-'72).

Murales [ tritoni femmine, salamande maschi, con seni cascanti e calze a rete, ventri gravidi e fauci spalancate, e i loro simulacri reali del complesso (ConDominio...Ballard) residenziale e di quello gerontocomiale : colpi di tosse e colpi di sonno per tenere a distanza che cosa, una parvenza di vita, quand'è la loro invece a non apparir mai tale, sempre sullo sfondo della loro 'normalità' che George A. Romero andrà a maciullare ben presto, dopo la prova generale del '68 ] ad opera di Bodhi Wind :

http://rutheh.com/2013/04/29/the-extraordinary-art-of-bodhi-wind/

http://www.angeliska.com/2010/08/3-women/

 

 

--- Operatore alla camera - zoom [ è un film di zoom all'interno di specchi e vetri, di split-screen ''artigianali'' (ancora, come se ne vedranno in the Shining), costruiti in scena con la prospettiva dell'organizzazione dell'inquadratura, a fianco di vetri e specchi ] e movimenti di macchina - è il John Bailey delle troupe di Vilmos Zsigmond (quell'anno con Spielberg per "Close Encounters", e già con Altman per "the Long Goodbye") e Nestor Almendros (quell'anno con Truffaut e Rossellini, l'anno dopo con Malick per "Days of Heaven") che esordirà come direttore della fotografia [ ruolo qui ricoperto da Charles Rosher Jr. (figlio di cotanto padre, Sr.), che tornerà con Altman per il successivo ''A Wedding'', che qui imbriglia appiattendola come s'una tela la maestosa luce Californiana, per esempio in un finale grandioso alla Edward Hopper ] di "American Gigolò" per Paul Schrader.

 

 

La cosa più dolorosa, commovente, divertente è il tentativo evidente di riassestamento (paradossalmente in totale contrasto con l'ipotesi dell'elaborazione onirica relativa alla seconda parte del film dopo il risveglio dal coma) da parte di Pinky-Mildred, in cerca di un nuovo equilibrio : figlia, infine, e madre (e 'nonna', J.Rule : l'arte come lascito interrotto, come immemore questo si mito irricostruibile) : la cosa (extra-diegetica) interessante è che Sissy Spacek e Shelley Duvall, 'figlia' e 'madre' nel film, hanno in realtà la stessa età, 27-28 anni al tempo : altro simbolo, forse addirittura il più marcato, della contrazione dei ruoli famigliari (genitoriali e filiali) che stava avvenendo e che tutt'oggi è in corso inarrestabile (ancora, Farrah Fawcett in Dr. T & the Women, le 3 età in un corpo solo).

 

 

Superficialmente è un film molto semplice (un limite pregevole o un pregio limitante), che galleggia su degli stereotipi riconoscibili, palesi, evidenti, facilmente individuabili, applicabili al contesto in evoluzione d'oggi come d'ieri e di domani [ la società americana (e non solo, certo) in fermento degli anni '70, il femminismo, il 'conseguente' riflusso maschile di ritorno ] ed 'interpretabili', ma sotto il pelo dell'acqua - che nell'opera di cui Altman è sceneggiatore, regista e produttore è in continuo ondivago persistente scrosciare (seppur di piscina sovrimpressa) - raggiunge presto quote di sottolivelli e sovrastrutture abissali e stratosferiche, ristabilendo l'ordine animale delle priorità umane : il bisogno e la quiete di un nido, poi il resto, contro ogni crisi del petrolio, del dollaro, dei missili, delle bolle finanziarie, della lira, dei mutui ipotecari, dell'euro, delle bolle edilizie : ci saranno sempre dei buoni vecchi cari maschi depressi, in fuga, disperati, che si ritroveranno da quelle loro parti ad entrare in cerca di cold drinks al bar di Dodge City : le moto da cross sono in garage, le pistole da tiro nella loro rastrelliera.

 

 

Non voglio pensar loro come un sogno, né la seconda parte che inizia a metà film né l'epilogo : che sia la realtà non m'è di consolazione, ma di sprone.

 

La tenera devastazione di Short Cuts è dietro l'angolo, il tempo di un batter di ciglia o di un tuffo in piscina. Non posso giurarci, ma in una pista sonora (audio mixato in mono ma...al solito molteplice) di "3 Women" ho riconosciuto distintamente il suono degli elicotteri : stanno arrivando (o ritornando, ancora).

 

"Cigola la carrucola del pozzo,  /  l’acqua sale alla luce e vi si fonde.  /  Trema un ricordo nel ricolmo secchio,  /  nel puro cerchio un’immagine ride."  -  Eugenio Montale  -  Ossi di Seppia  -  1925

 

Ma per il momento, mi godo quest'ennesimo, capillare ed elegiaco, umanissimo e violento, Altmaniano "contributo alla geografia moderna" [ ancora i non luoghi di Ballard, fino a scalare gli anni e giungere al "the Master" (ma pure al "Punch-Drunk Love") di Paul Thomas Anderson ] di Cheeveriana memoria : quell'oasi ginoide klimtiana tripartita che del sogno ha l'impossibile bellezza...realizzabile, mentre il tempo trascorre chiaccherate in veranda nel tardo pomeriggio aspettando la cena, e le crespe ossidature della ruggine imbruniscono le cancellate e la sabbia si accumula segreta e latente nelle fughe tra le assi del portico finendo inesorabilmente per essere trasportata in casa e i copertoni degli pneumatici si ammucchiano in sculture, depositarie del ricambio protesico di ciò che siamo, adatte a questo sobborgo esotico della mente collettiva cristallizzato vivo in queste tre figure di donna che raccolgono ognuna su di sé una parte delle spinte femministe...femminili del tempo, e che vivono il loro, di tempo.

 

 

Intanto, al bar di Dodge City gestito da Pinky, Millie, Willie e Mildred, ritorna il maschio :

 

Aveva fatto quello che si era proposto, aveva attraversato a nuoto la contea, ma ora era così inebetito dallo sforzo che il suo trionfo gli appariva senza senso. Curvo, aggrappandosi ai paletti del cancello per sostenersi, imboccò finalmente il vialetto che conduceva a casa sua.

Trovò la casa immersa nel buio. Era così tardi che erano andati tutti a letto? Forse Lucinda si era fermata a cena a casa dei Westerhazy? E le ragazze l'avevano raggiunta lì o erano andate in qualche altro posto? Non erano d'accordo di rifiutare la domenica tutti gli inviti per rimanere a casa? Provò ad aprire le porte del garage per vedere quali auto erano dentro, ma le porte erano chiuse a chiave, e sulle mani gli rimase la ruggine delle maniglie. Mentre andava verso la porta di casa, vide che la violenza del temporale aveva strappato un tratto di grondaia che ora pendeva sopra la porta come la bacchetta di un ombrello. L'avrebbe fatta aggiustare il mattino dopo. La casa era chiusa a chiave, e pensò che doveva averla chiusa qualche stupida cuoca o cameriera, finché non ricordò che già da un po' di tempo non avevano più cuoche e cameriere. Gridò, batté con i pugni sulla porta, tentò di abbatterla a spallate, e poi, guardando attraverso le finestre, vide che la casa era disabitata.

 

John Cheever  -  the Swimmer  -  the New Yorker, 1964  [il Nuotatore (contenuto nell'omonima raccolta di racconti) - ediz. Fandango Libri - 2000 - trad. Marco Papi].   

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