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Freeheld - Amore, giustizia, uguaglianza

Regia di Peter Sollett vedi scheda film

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La recensione su Freeheld - Amore, giustizia, uguaglianza

di port cros
7 stelle

 

 

FESTA DEL CINEMA DI ROMA 2015

 

Nel solco del classico cinema americano di impegno civile, Freeheld racconta la storia vera (avvenuta una decina di anni fa) della battaglia della poliziotta del New Jersey Laurel Hester  (Julianne Moore) e della sua compagna Stacie Andree (Ellen Page) perché alla ragazza venisse riconosciuto il diritto di godere della pensione di Laurel alla morte di questa, gravemente malata di tumore. Il film segue fedelmente la loro storia dall'incontro delle due donne  in un  bar gay, lo sbocciare  ed il crescere della relazione, inizialmente nel segreto per le paure di Laurel che questa potesse compromettere la sua carriera in polizia, finalmente il rivelarsi agli altri a partire colleghi più fidati, come il partner di indagini (Micheal Shannon), e infine la scoperta della malattia e la battaglia civile per i propri diritti, quando i freeholders conservatori della contea (da qui il gioco di parole che dà il titolo del film) rifiutano di concedere alla coppia i benefici spettanti alle coppie sposate. In questa battaglia gioca un ruolo di primo piano il debordante Steven Goldstein (Steve Carrell), “ebreo omosessuale di classe media del New Jersey”, fiammeggiante presidente dell'associazione lgbt Garden State Equality , che si mette caparbiamente alla testa della campagna per convincere i freeholders ad estendere i diritti pensionistici anche alle coppie dello stesso sesso. La loro lotta, dapprima guardata con sospetto e sufficienza da molti dei colleghi di Laurel, troverà crescente appoggio all'interno del dipartimento di polizia, grazie all'impegno del partner di Laurel e di un poliziotto gay che trova il coraggio di fare coming out.

 

 

Il film è  di fattura certamente convenzionale ma pregevole, la relazione affettiva è raccontata con tatto e tenerezza, la lotta civile contro la discriminazione appassiona e commuove. Il tocco in più lo danno gli interpreti: su tutti la sempre meravigliosa Julianne Moore, di nuovo efficace nel ruolo di una donna progressivamente devastata dalla malattia (impressionate la trasformazione fisica nel finale), bravissima nel mostrarci la grduale trasformazione di Laurel in seguito all'incontro con l'amata: se prima usava la sua brillante carriera come uno schermo dietro cui nascondersi e proteggersi, pian piano si apre pian piano agli occhi degli altri con la rivelazione della sua identità e del suo privato, non solo sentimentale, ma anche l'intimità della sofferenza e della malattia; la brava coprotagonista Ellen Page, impegnata in prima persona dopo il suo coming out dà corpo alla metà più giovane ma in un certo senso più esperta e sicura di sè della coppia, e l'esilarante Steve Carrell nel ruolo del vulcanico attivista alleggerisce la vicenda drammatica con spassose battute.

Se negli USA il film è un documento su un episodio della battaglia che ha portato alla sentenza della Corte Suprema dello scorso giugno che ha sancito il diritto al matrimonio per tutti, in Italia potrà essere uno spunto di riflessione nella discussione sulle unioni civili ancora da approvare

 

 

 

 

 

 

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