Regia di Peter Sollett vedi scheda film
Non c’è niente da fare, tutto sembra già visto, tutto sembra già raccontato eppure, ancora una volta, un certo battagliero tipo di cinema statunitense coglie nel segno. Portando per mano lo spettatore e fermandosi in tutte le stazioni della classica via crucis dei personaggi in lotta contro il sistema. E quasi poco importa che qui il tema sia quello del riconoscimento dell’unione civile tra persone dello stesso sesso, per far sì che Stacie possa ricevere la pensione della sua compagna Laurel a cui è stato diagnosticato un tumore incurabile. Freeheld è naturalmente incentrato sulla loro storia d’amore, da una vicenda realmente accaduta nella Ocean County in New Jersey, con tanto di omonimo documentario premio Oscar di Cynthia Wade. Ma l’interesse e la passione del regista sono proprio nella messa in scena delle dinamiche, anche burocratiche (da qui il gioco di parole del titolo, tra la libertà tenuta in ostaggio e i funzionari delle contee del New Jersey, i cosiddetti “freeholders”), che conducono alla paradossale conclusione. Ellen Page e Julianne Moore, oltre allo sceneggiatore di Philadelphia Ron Nyswaner, portano sullo schermo questioni personali e ruoli già affrontati con una naturalezza quasi eccessiva, che sembra far perdere un po’ di intensità ai rispettivi personaggi. Un problema mitigato dalla presenza degli altri interpreti, con i perfetti Michael Shannon, Steve Carell e Josh Charles.
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