Regia di John Ford vedi scheda film
Tre americani si sono fermati a vivere in un’isola del Pacifico, dove la loro nave era finita durante la guerra. Anni dopo la schifiltosa figlia di uno di loro, un medico che ha beneficato la popolazione locale, arriva da Boston per conoscerlo; ma ci sono anche gli altri tre figli che l’uomo ha avuto da una principessa indigena poi morta, e si teme che la ragazza reagisca male alla notizia della loro esistenza. Esile commedia degli equivoci di ambientazione esotica, che ripropone senza originalità le consuete situazioni fordiane e punta decisamente sul versante pittoresco. All’interno di uno stucchevole presepio si muovono personaggi quasi macchiettistici, che fanno appena intravedere un po’ di spessore (l’eccezione più notevole è la breve scena in cui la maggiore dei tre ragazzini capisce che non possono essere presentati alla sorellastra perché non sono bianchi come lei). Fra le periodiche scazzottate fra John Wayne e Lee Marvin e le immancabili manifestazioni di orgoglio irlandese si fa strada il vero tema: l’addomesticamento della donna, come in Un uomo tranquillo ma con molto meno divertimento. Appena sufficiente.
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