Regia di Walt Disney vedi scheda film
(Riprendo cose scritte qualche anno fa, con qualche aggiunta.)
Seguito di Saludos Amigos (1942), disegno animato con cui interreagiscono gli esseri umani in carne e ossa, il film è nato, come il precedente, per una questione di buoni rapporti fra gli USA e i paesi dell'America del Sud. A mio avviso - ho pochi dubbi in merito - si tratta di uno dei migliori films della Disney (forse il mio preferito, sebbene mettere Biancaneve in secondo piano non me la senta): le sequenze di ballo e le musiche sono memorabili.
Non sono nel numero degli ammiratori di Fantasia, perchè a mio avviso - a causa dell'uso della musica classica - manca della spontaneità di questo. Di Fantasia, mi infastidisce la riduzione della Sesta Sinfonia ad uso e consumo delle immagini, trovo impensabile cambiare una sola nota in Beethoven senza indispettirmi. Ci sono episodi, ad esempio Una notte sul Monte Calvo, che trovo memorabili, ma il fatto è che il poema sinfonico di Mussorgsky mi appare più adatto ad essere trasposto in immagini. Inoltre, la Disney mi sembra avere un talento particolare per la rappresentazione di apparizioni demoniache, assai più sicuro, perfino infallibile, che per le carinerie, nelle quali spesso arriva ad essere fastidiosa e insopportabile.
Le immagini di I Tre Caballeros sono delle libere fantasie, delle visioni che compaiono per sparire un attimo dopo nelle successive.
Fin dai titoli di apertura, dove dal suono delle nacchere sorge una appena preludiante e lontana Os quindins de Yayà si è avvertiti, con il preludio subito interrotto, che sarà un viaggio esaltante.
L'inizio è documentaristico Disney style: moderatamente divertente, si parte dal Polo Sud insieme al pinguino Pablo.
La prima nota notevole, che vale tutta la prima parte in quanto a divertimento, mi sembra la presentazione di uno degli uccelli più eccentrici che si siano mai visti, l'aracuan, che canta una canzone che permette all'inventiva dello staff un momento assolutamente irresistibile.
Carina anche la breve storia di gauchito, in cui compare però uno di quei (a mio avviso) non del tutto riusciti personaggi un pò carini che hanno il potere di recarmi un certo fastidio, sebbene qui non troppo: l'asino uccello, che mi ricorda quei personaggi insopportabili di Fantasia (sarà che mi piacciono i personaggi truci come i coccodrilli, per i quali nutro grande simpatia nella realtà, certo più che per i bambini, simpatia un pò snobistica, perfino, dico a trovarli così simpatici mentre emergono in agguato mostrando solo gli occhi simpatici, mentre mi irritano gli ippopotami ballerini tanto carini da prenderli a schiaffi insieme agli struzzi per i quali ho pronto lo spiedo). La storia però è carina, e prende presto il volo proprio come i suoi protagonisti.
Ma è dal ventesimo minuto in poi che la storia prende quota per davvero, quando Josè Carioca porta Paperino a Bahia, città d'incanto (rifà una breve apparizione il terribile uccellaccio canterino aracuan) e poi è tutto un crescendo di musica e immagini come se fosse una danza fantastica che sconfina nell'erotismo. Dapprima Baìa, le cui note scorrono placide e descrittive come le immagini - nuova breve apparizione del mitico uccellaccio - eppoi il capolavoro: per le strade arriva la venditrice di dolci Aurora Miranda sexy e irresistibile, sulle note, dapprima lontane e preludianti di Os quindins de Yayà, seguita da un bel pò di maschi che le fanno pure la serenata.
http://www.youtube.com/watch?v=v8VC0AaabjQ
Tutto poi si sviluppa in un crescendo musicale ed erotico, in cui si vedono anche solo - dico "solo" le gambe della Miranda che si tira appena appena su la gonna appena fin sopra le caviglie per ballare ( e per farmi uscire di testa), con le scarpe rosse coi laccetti, ed è più sanamente erotica questa scena di tutto il cinema di Tinto Brass messo insieme (notare come se la contendono Paperino e Carioca!).
Il crescendo arriva perfino a trasformare la competizione dei ballerini per la Miranda in una lotta fra galli, su colore rosso fuoco, cinema come non ne vedrò mai più.
Ecco, si potrebbe spegnere lo schermo adesso, e già si è assistito ad un capolavoro, come si usa dire, senza se e senza ma. Questo episodio di Baìa con questa canzone, insomma!
Ma, come diceva Corrado, non finisce qui.
E' la volta del gallo messicano Panchito, il gallo più "un pò così" di tutto il Messico, un'altra trovata memorabile, alla pari dell'uccellaccio, che entra in scena come un cowboy.
Chi resiste al numero I Tre Caballeros, mi faccia un fischio. Anzi, no, non me lo dica, mi lasci vivere tranquillo.
Tranquillo? Cantando, bailando, la samba y caramba!, ecco un'altra sagoma femminile tutta curve e l'acuto finale del gallaccio!
Breve intermezzo che rievoca la nascita del Salvatore nel folclore messicano, stilizzata mirabilmente in una serie di quadri fissi.
Ecco, non ditemelo se non vi piace come cantano e danzano in Messico il Jarabe Pateño!
http://www.youtube.com/watch?v=0B0Kt7i3n80
Non ditemi neppure se la danza chiamata lilongo che balla Carmen Molina, così regale e contadina al tempo stesso a Vera Cruz... aveva ragione o no il Burt quando, in loco, notava che non si poteva stare fermi di fronte a una simile meraviglia?
http://www.youtube.com/watch?v=ie-qfEqOHiw
Mirabile l'intermezzo swing e la ripresa del lilongo, sia musicalmente che coreograficamente (se ho torto, non ditemelo).
Altro intermezzo sexy con le ragazze della spiaggia (sapevano com incantare i loro polli, quelli della Disney in stato di grazia, tanto che Paperino ormai ubriaco di ragazze bacia perfino il pappagallo).
Esemplare, nel senso del fluire onirico tra una scena e l'altra, è la sequenza di You Belong to My Heart, ripetutamente interrotta da un cambio di carattere della stessa e da intermezzi di tutt'altro carattere, e tuttavia magicamente coesa.
http://www.youtube.com/watch?v=R15nUxETehM
Dai frammenti della sequenza, dai fiori che girano liberi per lo schermo, si innesta il passaggio a quella meravigliosa danza in minore, nostalgica e bellissima: il fiore si trasforma nel contorno del viso della ballerina messicana biancovestita, con le movenze di una bambina triste. E, come in un sogno, le immagini ci trasportano in una terra popolata da cactus che danzano: uno di essi si trasforma da lontano nella sagoma scura di una danzatrice messicana (Carmen Molina) con sombrero, stivali e speroni, che diventa la condottiera della squadra di cactus e dello stesso Paperino: una simile grazia con un pizzico di feticismo (stivali, speroni, frusta) in tempo di una marcia ! Davvero, ha perfino qualcosa che rimanda alla donna in divisa delle parate militari.
http://www.youtube.com/watch?v=zl8o_wQe4pw
Poi il sogno svanisce, per lasciare la parola alla trionfante conclusione della canzone I Tre Caballeros.
Secondo il mio parere, questa è la Disney al suo meglio.
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