Regia di Ermanno Olmi vedi scheda film
Una sera invernale, nella caotica città, un uomo benestante e colto si ferma a chiacchierare con un povero venditore di almanacchi ignorante. L'intento è convincerlo che l'anno venturo sarà per forza di cose il migliore di sempre. E così quello successivo e così via.
Questo è uno dei cortometraggi realizzati da Ermanno Olmi nella fase iniziale della sua carriera. Giovanissimo - poco più che ventenne - il regista bergamasco si trova a lavorare su commissione della Edison, che gli chiede di girare piccoli e brevi film sul tema del lavoro. In questa occasione Olmi sceglie di mettere in scena un brano di Giacomo Leopardi, brano che peraltro si adatta benissimo alla poetica del regista, al suo ottimismo di fondo (ma sempre guardingo) e alla sua retorica delle piccole cose, dei minimi gesti quotidiani. Ma Olmi è ancora lontano dalle sue opere maggiori, così come dal suo primo lungometraggio, che arriverà solamente un lustro più tardi. Questo corto della durata di appena dieci minuti è comunque un ottimo sfoggio di padronanza di capacità tecniche e di impatto visivo; dei due protagonisti, Paolo Pampurini ed Enzo Tarascio, il primo qui esordisce e chiude con il set cinematografico; per il secondo invece è una delle primissime esperienze di una carriera trentennale. Interrogato sulle ragioni della scelta di un testo leopardiano per uno dei suoi lavori (generalmente puramente documentari e scritti da lui stesso), Olmi ha spiegato come la Edison avesse appena acquistato una macchina da presa di grande valore e gli servisse un soggetto adeguatamente prezioso da mettere in scena. Come dargli torto? 6,5/10.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta