Regia di Ronni Castillo vedi scheda film
Chi comanda in amore. Lui o lei. Alex o Nathalie. Si possono abbracciare teorie astratte, e si può cercare di resistere fino allo stremo, attaccati al proprio orgoglio ed ai solidi principi di uomini o donne che sanno il fatto loro. Ma il punto fondamentale è saper cedere. Al momento opportuno e nel modo migliore possibile. Questo film dominicano schiera l’attore emergente Frank Perozo, già coprotagonista di Jaque Mate, nel ruolo del classico dongiovanni impenitente che, un giorno, senza quasi accorgersene, subisce un devastante incidente di percorso: una ragazza rimorchiata in un locale per la solita sfida tra amici non si lascia abbindolare dalle sue tecniche di seduttore, e riesce in breve tempo a sottometterlo completamente. Per la prima volta, il giovane si trova oggetto di un gioco che è la controparte a dirigere. A questa situazione Alex arriva per gradi, come alla consapevolezza che, imprevedibilmente, qualcosa nella sua vita è cambiato in maniera definitiva. Al punto di non ritorno si può giungere con la leggerezza dello scherzo che diverte e magari imbarazza, ma che, fino all’ultimo, mantiene la sua ingannevole sembianza di innocente schermaglia, priva di conseguenze durature e di risvolti compromettenti. Difficile individuare l’istante in cui la questione comincia a farsi seria, e a sfuggire al controllo di chi credeva di poter decidere su tutto. La parabola discendente del conquistatore seriale rientra nei canoni della commedia romantica mondiale, alla quale l’anima latina ha sempre saputo aggiungere quel pizzico di aura fanfarona e casareccia in grado di simulare, nella storiella di stampo goliardico e dai tratti caricaturali, un atto di devozione nei confronti del nobile realismo della povera gente. Poco importa che i personaggi di questa avventura sentimentale si collochino nella classe media ed esercitino professioni di concetto, con chiari connotati artistici e creativi. Il carattere goffamente ruspante continua comunque a incontrare la sua sede ideale in quella inevitabile umiltà che, a dispetto delle condizioni economiche o dell’acume intellettuale dei soggetti coinvolti, rende tutti gli individui ugualmente piccoli: troppo grande è il mistero di fronte al quale ci si trova a combattere, facendo confusione tra mosse vincenti e perdenti, e nella più totale incapacità di distinguere le posizioni dominanti da quelle remissive. L’opera è delicatamente concepita e gradevolmente accurata nella narrazione, benché serenamente adagiata sulle categorie del macho che si scopre debole, e del cuore femminile che è fragile ma tenace, e finisce comunque per avere la meglio. La favola a sfondo moralistico è la principale fonte ispiratrice, e concede ben poco alla comicità da ragazzacci tipica del genere. ¿Quién manda? non brilla né per spirito, né per originalità, ma è un prodotto ben confezionato, che, se non soddisferà i palati fini, nemmeno disgusterà chi, dal cinema, si aspetta soprattutto una manciata di allegra e modesta sincerità.
Questo film ha rappresentato la Repubblica Dominicana agli Academy Awards 2014.
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