Trama
Dopo che il fidanzato la inguaia per aver rubato una fortuna al cartello del narcotraffico, la diciottenne Lydia è costretta a darsi alla fuga trovando un solo alleato: il padre John, un motociclista ubriacone, drogato e fuorilegge. Determinato a proteggere la figlia da ogni male, John per una volta in vita sua farà la cosa giusta.
Approfondimento
BLOOD FATHER: IL FOLLE AMORE DI UN PADRE
Diretto da Jean-François Richet e sceneggiato da Peter Craig e Andrea Berloff, Blood Father si basa su un romanzo dello stesso Craig e racconta la storia di John Link, un padre disposto a tutto per salvare la figlia Lydia. Dopo che il suo fidanzato l'ha messa nei guai per aver rubato una fortuna in contanti a un cartello della droga, la diciassettenne Lydia è costretta a darsi alla fuga potendo contare solo sull'aiuto del padre John, un fuorilegge in moto con una condanna sulla sua testa determinato a fare per la prima volta nella sua vita la cosa giusta.
Con la direzione della fotografia di Robert Gantz, le scenografie di Robb Wilson King, i costumi di Terry Anderson e le musiche composte da Sven Faulconer, Blood Father viene così descritto dal regista in occasione della presentazione del film fuori concorso al Festival di Cannes 2016: «A distanza di dieci anni da Assault on Precinct 13 sono tornato a lavorare negli Stati Uniti per un'opera che poggia su personaggi tutti appartenenti al sottobosco criminale che vivono in un contesto di violenza e sopravvivenza dal quale risulta impossibile scappare via. Blood Father racconta di una lotta di potere con un approccio differente rispetto ai miei film precedenti. Quando è uscito dal carcere, il protagonista John Link (interpretato da Mel Gibson) ha deciso di riscattarsi e di lavorare per vivere. Risiede in un parcheggio per camper dove interagisce con altre persone appartenenti alla classe operaia, una piccola "città" fatta esclusivamente di gente che ha sofferto della recessione economica. A pensarci bene, tutti i personaggi positivi appartengono alla classe operaia, un modo per sottolineare come le lotte di potere sono alienanti e come la violenza sia liberatoria, anche se richiede un prezzo da pagare.
Blood Father trae spunto dall'ultima parte del libro omonimo di Peter Craig che, al di là della ferocia e dell'egoismo generale, si concentra sull'amore folle di un padre nei confronti della figlia. John Link sembra l'unica persona in grado di amare, in grado ancora di conoscere a pieno il significato delle parole sacrificio e fedeltà in un mondo in cui hanno preso il sopravvento i traffici, l'avidità e gli interessi economici. Ancora prima della sceneggiatura, avevo letto il libro e avevo trovato stupefacente il ritratto che Craig fa dell'America, un paese in cui i giovani ricchi, a differenza degli operai e di tutti coloro che si guadagnano il pane con il sudore della fronte, hanno una particolare inclinazione alla droga, alle orge e alle regole da gangster. Il conflitto tra John e la figlia Lydia è da appuntare ai differenti contesti socioculturali a cui appartengono. John crede che la vita sia tutta questione di sacrificio. Tuttavia, ha preso diverse batoste per le sue convinzioni, finendo anche in carcere per proteggere il "padre adottivo". Cosa ha dunque ottenuto? Nulla. Per salvare la figlia, compensare la sua assenza e ridarle la gioia di vivere, è allora disposto a tutto e si libera dalle sue credenze grazie alla violenza. Ecco perché la violenza è liberatoria.
Ci sono però delle differenze tra il libro di Craig e il mio film. Il libro è più una storia di formazione che si concentra su Lydia mentre il mio film sceglio come punto di riflessione il padre John, trasformandosi in una storia sulla trasmissione di sopravvivenza, di emancipazione, di amore e di sacrificio».
Trailer
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Commenti (6) vedi tutti
Bene solo nei primi 5' poi la Storia non si apprezza e sbiadisce del tutto.Apprezzabile la Protagonista Erin Moriarty.voto.4.
commento di chribio1Specialista di film d'azione, il francese Jean-François Richet aveva dato buona prova di sé con Nemico pubblico n° 1. Qui tocca invece uno dei suoi punti più bassi, allestendo un thriller verboso e inverosimile, penalizzato dal pessimo doppiaggio italiano e da attori che non riescono a tenere il passo di un Mel Gibson in veste meramente muscolare.
leggi la recensione completa di barabbovichAction, non molto originale,ma tutto sommato passabile.
leggi la recensione completa di Furetto60FILM PIù CHE MEDIOCRE...HO MOLLATO A POCO PIù DI METà. IL DOPPIAGGIO INOLTRE è VERGOGNOSO.
commento di OttiperottiUn film che prova a distinguersi dal minestrone che è diventato questo genere, ma fallisce miseramente, toccando punti di idiozia difficilmente raggiungibili.
leggi la recensione completa di TonyLUn uomo alcolizzato vive solo nel deserto facendo tatuaggi, nel ricordo di una figlia fuggita poco più che bambina di casa. Quando questa torna, in un mare di guai, John avrà l'occasione di dimostrare ciò che vale. Thriller "americano" con situazioni viste mille volte, girato sui ritmi veloci e la violenza sanguigna di certi "film '80-'90. Inutile.
leggi la recensione completa di alan smithee