Regia di John Landis vedi scheda film
Inizio Novecento: nel paesino messicano di Santa Poco imperversano i banditi di El Guapo; nessuno sa come fermarli, finché Carmen vede in un film i Tre amigos, che si sbarazzano dei criminali con gesti acrobatici e canzonette. La donna non capisce che sono in realtà attori, e quando li contatta loro non capiscono che non si tratta in realtà di una tournée in Messico: si ritroveranno di fronte ai banditi, armati solo di pistole giocattolo.
Ritmo, battute, sketch musicali, una trama abbastanza solida (per essere un film comico, si capisce) e – soprattutto – tre protagonisti eccellenti, dall’intesa perfetta sulla scena: I tre amigos è stato fin da subito un successo e si capisce ancora oggi il perché. John Landis era il regista di The Blues Brothers, Una poltrona per due e Animal house: insomma, non aveva alcun bisogno di presentazione; lo stesso concetto vale per Steve Martin, Chevy Chase e Martin Short, che in questa pellicola si superano continuamente a vicenda per esuberanza, stabilendo un terzetto alla pari nel quale tutti i componenti sono ugualmente clown (augusti, se si vuole scendere nei dettagli). I tre amigos è un film che mostra al di là di qualsiasi dubbio che anche il genere demenziale può essere intelligente e spendibile presso il più vasto pubblico; indubbi i meriti della sceneggiatura, che reca le firme di Steve Martin, Lorne Michaels e del musicista Randy Newman, curiosamente qui alla sua unica prova di scrittura cinematografica (probabilmente coinvolto nelle scenette musicali e in poco altro). Nel cast ruoli importanti sono riservati anche a Patrice Martinez, Alfonso Arau (regista di futuro successo, qui è il capo dei cattivi), Tony Plana e Kai Wulff. 6/10.
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