Regia di Claude Sautet vedi scheda film
Bellissimo questo film di Sautet, un ritratto corale di una generazione, ma anche una rappresentazione di personaggi e situazioni che sembrano presi direttamente dalla vita vera, e sono adatti ad ogni epoca. Il regista gestisce bene una narrazione complessa e variegata; la vicenda del personaggio di Yves Montand è solo la spina dorsale di un film ricco di personaggi e piccole storie collaterali.
L'abilità di Sautet è quella di costruire personaggi credibili e realistici, mostrati schiettamente nei loro lati buoni e in quelli meschini, compresi i loro tentativi di nasconderli. Il regista è in questo aiutato da un gruppo di grandi attori, senza i quali l'operazione non sarebbe riuscita così bene: su tutti Yves Montand, ma pure Michel Piccoli, Stephane Audran e Serge Reggiani.
Nonostante sia un film movimentato e vitale, la sostanza è amara e malinconica. L'amarezza è data soprattutto dal mostrare due matrimoni falliti per i soliti motivi, come tradimenti, incapacità di perdonarsi, mancanza di dialogo. In particolare è dolorosa e intensa la rappresentazione del divorzio tra il personaggio di Montand e la moglie, dove i due si lasciano col magone e continuando ad amarsi. Anche quello dell'amico dottore, dove ci sono anche due bambini, è messo in scena da Sautet con il solito realismo e acume psicologico.
E' un film dolente e solidale con i suoi personaggi, molto umano, pessimista ma non cinico. E, come ho già detto, un film vero. I ritratti generazionali che si girano oggi sanno solo farmi cadere le braccia, ma questo di Sautet è per me un film indimenticabile.
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