Regia di Florestano Vancini vedi scheda film
Documentario sulle condizioni di miseria del delta padano al termine della seconda guerra mondiale: epidemie di tubercolosi, analfabetismo, disoccupazione e fame in una terra in cui la natura è ben poco generosa.
Florestano Vancini esordì dietro la macchina da presa nel secondo dopoguerra, facendosi le ossa - come gran parte dei suoi colleghi - con cortometraggi documentaristici spesso co-finanziati dai fondi statali per il cinema nazionale. Non sorprende quindi l'affinità di questo Delta padano con il lavoro Gente del Po realizzato poco tempo prima (ma ancora inedito) da Michelangelo Antonioni, peraltro concittadino (ferrarese) di Vancini: erano quelli infatti tempi di neorealismo e nei quali, anche sul grande schermo, ci si doveva arrangiare con quel poco che si aveva a disposizione. Una descrizione impietosa delle terre del delta padano che dura mezzora neppure, insomma: disoccupazione, fame, analfabetismo, alta mortalità infantile, epidemie di malattie gravi, il tutto in una terra dalla scarsa o nulla fertilità. Un ritratto molto lontano da una cartolina, ma tutt'altro che critico nei confronti delle istituzioni - anche perchè oltrettutto commissionato dalla Camera confederale del lavoro di Ferrara. Attori dilettanti, presi fra la gente comune, e un commento scritto da Vittorio Passerini, Onorio Dolcetti e dal regista, letto da due voci: quelle di Arnoldo Foà e di Goliarda Sapienza. 6/10.
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