Regia di Atom Egoyan vedi scheda film
Zev e Max sono due anziani che in gioventù vissero l'orrore di Auschwitz. Il primo ha buone capacità motorie, ma soffre di demenza senile; il secondo è perfettamente presente a sè stesso, ma non più in grado di agire autonomamente. Dopo la morte di Ruth, moglie di Zev, i due mettono in atto un piano architettato meticolosamente. Il loro scopo è portare a termine una vendetta contro l'uomo - una SS - il quale, dopo aver sterminato le loro famiglie nel lager - è riuscito a mettersi in salvo emigrando in America sotto falso nome. I due sono a conoscenza della falsa identià assunta dall'aguzzino, ed hanno individuato quattro anziani con quel nominativo. Zev, senza conoscere le loro condizioni, si reca presso le residenze in cerca della persona giusta, per ucciderla, con una pistola acquistata per l'occasione. Dopo alcune esperienze drammatiche, l'anziano giunge faccia a faccia con l'uomo che cerca, il quale gli riporta alla mente, ottenebrata dalla demenza, la verità sul suo ruolo negli anni di Auschwitz. Ravviso in quest'opera, dai contenuti drammatici e dall'intreccio tipico dei thriller, elementi positivi e negativi. Tra i primi, senz'altro, i temi trattati. L'Olocausto, senza dubbio, e, più in generale, lo scorrere inesorabile del tempo. Mentre le vite degli ultimi testimoni viventi di quei tempi volgono al termine, la società è proiettata in avanti. L'informatizzazione pervade ogni aspetto della vita umana, i giovani sono persi nei loro passatempi e gli adulti nelle loro attività più o meno produttive; lasciano gli anziani nelle case di riposo, o li gestiscono nei loro appartamenti, curandoli come bambini, probabilmente indifferenti al loro passato. Sono e saranno in grado, le generazioni presenti e future, di comprendere la portata della tragedia che si consumò nella civilissima Europa durante la prima metà del XX secolo ? Il regista, senza tuttavia prendere nettamente posizione, induce a queste riflessioni mostrando, tramite gli occhi del protagonista, un'America benestante, moderna, dinamica; chi è memore del passato, in alcuni casi l'ha rielaborato cadendo in quelle tentazioni e quegli errori che furono complici o concause del nazismo. Gli elementi "thriller" del racconto - le continue perdite di memoria di Zev, gli espedienti che utilizza per ricordare, i pericoli che corre - tengono alta la tensione; tuttavia non ho apprezzato elementi della sceneggiatura, che trovo tortuosa e forzata, in particolare nelle sequenze legate al colpo di scena finale. L'anziano, trovato l'ex-SS e confrontatosi con esso, ricorda quale fu il suo vero ruolo durante il periodo del lager. Le successive azioni, istintive ed estreme, sembrano essere state previste con precisione dal vero "architetto" della vicenda, Max. In realtà, il suo complesso piano, sarebbe pototuo essere stravolto in qualsiasi momento dalle precarie condizioni psichiche di Zev, dalla difficoltà di rintracciare i vari sospetti e dalle loro probabili reazioni di fronte ad un incontro inaspettato e pericoloso. Il buon livello della recitazione è garantito dalla presenza nel cast di attori di grande esperienza, quali Christopher Plummer (Zev), Martin Landau (Max), Bruno Ganz, tutti purtroppo morti pochi anni dopo l'uscita del film. Ho trovato la visione, nonostante le incongruenze di sceneggiatura, piacevole ed interessante. Un buon ritmo ed una tensione elevata tengono acceso l'interesse su una vicenda ricca di spunti di riflessione.
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