Regia di Henry Joost, Ariel Schulman vedi scheda film
Pandemia mondiale, qui trattata su scala ridotta con vittime ridotte a zombie manovrati da parassiti vermiformi in una piccola cittadina della California interna: a metterla così sembrerebbe una gran roba, ed invece "Viral" è un film leggerissimo, dimenticabile nel giro di un paio di minuti.
Colpa di una sceneggiatura di fatto divisa in tre scialbi tronconi: il primo mirato alla presentazione dei personaggi e al rapporto tra le due sorelle protagoniste che sarà poi il fulcro d'ogni azione, il secondo dove il virus si scatena e si vorrebbe far montare una forte inquietudine (ma questa non si manifesta praticamente mai), il terzo più action e finalmente incisivo pur riconoscendogli clichè a iosa.
L'epilogo funziona in quanto il tutto si movimenta un poco, nonostante troppe cose restino in sospeso e venga da mangiarsi le mani per aver coccolato i risvolti più intimi gestendoli maluccio, a sfavore di quelli più smaccatamente horror dove seppur il risaputo tenga banco quanto meno non ci si annoia.
Tra azzeccate citazioni a "L'alieno" e felici strizzatine d'occhio a "Terrore dallo spazio profondo" la coppia di registi Henry Joost e Ariel Schulman, torna a puntare l'obiettivo sull'adolescenza come già fatto con miglior fortuna in "Nerve", peccato che questa volta l'assenza di tensione, l'eccessiva banalizzazione dei personaggi e la ridicola denuncia sociale (a meno che non ci si faccia ancora abbindolare da cose tipo governo insabbiatore e militari senza cuore) fanno di questo lavoro un anonimo passatempo.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta