Regia di Naomi Kawase vedi scheda film
Lo si poteva rendere più accattivante, accorciandolo di una ventina di minuti, comunque il risultato è stato raggiunto. Mi ha fatto venire fame. Voto: 7-.
Grazie a questo film ho scoperto che il Giappone ha segregato i malati di lebbra fino al 1996.
Avete letto bene: fino al 1996 (!).
Da un lato, ciò mi ha fatto riflettere su quante volte, per superficialità, aderisco ai giudizi stereotipati sui vari Paesi: forse noi italiani cialtroni almeno in questo siamo stati migliori degli "inarrivabili" giapponesi.
Dall'altro lato, ora comprendo fino in fondo la potenza della scena in cui la regina Eboshi cura i malati di lebbra, nel capolavoro di Miyazaki "La principessa Mononoke". Il Maestro non ha scelto a caso la malattia, che poteva far riflettere i suoi compatrioti.
Tornando a "Le ricette della signora Toku", il film inizia lentamente. Il primo atto impiega molti minuti per definire lo status quo dei personaggi principali, ciascuno portatore di una sua inconfessabile emarginazione. La scelta di centellinare la musica non aiuta: molte sequenze appaiono più lunghe di quanto siano in realtà. La seconda parte del film è più coinvolgente. E come spesso accade quando il tema è l'incontro di più solitudini, l'emozione è garantita.
Lo si poteva rendere più accattivante, accorciandolo di una ventina di minuti, comunque il risultato è stato raggiunto. Mi ha fatto venire fame.
Voto: 7-.
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