Regia di Naomi Kawase vedi scheda film
La signora Toku è spuntata dal nulla, con la marmellata An migliore che abbiate provato. Il suo segreto? E’ una questione di tempi , di cura, d’amore nei confronti delle persone e delle cose. Precisione e ritualità dei gesti, come da tradizione giapponese, come i mille significati sottesi alla cerimonia del tè, gli origami, i bonsai. Ma prima di tutto, è l’arte elementare, eppur perduta, dell’ascoltare il mondo attorno. Un’arte imparata nell’isolamento, cui l’ha relegata prima una malattia d’altri tempi, e poi la chiusura di una società spaventata ed ottusa. Ascoltare tutto, perché ogni oggetto racconta una storia, un percorso che l’ha portato sin qui, a sussurrarci qualcosa di sé, e qualcosa di noi. Ascoltare tutto, perché in una visione panica dell’universo, siamo consustanziali alla Natura, madre negata, ma stessa carne e stesso sangue. (Ed in fondo, per motivi diversi, la storia dei tre protagonisti è storia di maternità negate). Ascoltare tutto, nonostante il frastuono degli ingranaggi sociali, il chiacchiericcio vacuo degli indifferenti, il dolore lancinante del quotidiano. Ascoltare tutto, perché ogni stupido irripetibile attimo merita il nostro stupore. Ascoltare tutto, perché una mezza frase banale di uno sconosciuto può valere un romanzo di emozioni, ed il silenzio una richiesta d’aiuto. Perché ogni uomo è un uccello in gabbia, e non può che cantare il proprio bisogno di esser libero. Di essere vivo, di essere Mondo.
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