Regia di Robert Van Ackeren vedi scheda film
Seduzione ed erotismo in salsa piccante tedesca: una raffinata commedia purtroppo poco conosciuta in Italia.
Seduzione ed erotismo, in questa raffinata commedia di Robert Van Ackeren, regista che ha portato avanti il suo percorso in questa difficile e insidiosa area del cinema, prima con una antologia di soft-porno amatoriali, "Deutschland Privat" (1981) seguita da "La donna in fiamme" (1982).
Più che mettere in risalto la donna e il suo erotismo, quello spontaneo e naturale, Van Ackeren tende a ironizzare sul tema, sprofonda volentieri nel grottesco, sonda con cinismo i costumi sessuali dei teutonici e le loro abitudini sentimentali.
"La trappola di Venere" è la perfetta sintesi di tutto questo, è la storia di Max (Horst Gunther Marx), medico trentenne, che ha un rapporto prevalentemente basato sul sesso con Coco (Sonja Kirchberger) con la quale convive da anni.
Coco è una ragazza appassionata e sensuale, capace di esprimere senza inibizioni tutto l'erotismo possibile, che finisce col provocare in Max un disagio crescente, che lo spinge a lunghe passeggiate notturne alla ricerca di un'altra donna, che sia completamente diversa da Coco.
Incontra la misteriosa e bellissima Marie (Myriem Roussel), che gli sembra la creatura giusta con la quale intraprendere un nuovo amore. Marie ha un amante, Kurt (Hanns Zischler), per cui inizialmente non accetta la relazione con Max.
Max, ormai invaghitosi di Marie per la sua bellezza ma soprattutto perchè lei caratterialmente è molto differente dalla fantasiosa e forse troppo invadente Coco, comincia a tessere una vera e propria tela, una trappola nella quale troveranno posto i quattro personaggi che Max riuscirà a manipolare abilmente, fino ad arrivare ad unperfetto scambio di coppie.
Come già detto, "La trappola di Venere" è una raffinata commedia erotica, un elegante contenitore di scene di sesso molto verosimili, Van Ackeren è maestro in questo campo, dove la pressochè sconosciuta Sonja Kirchberger offre tutta la sua prorompente femminilità. La musica di un lungo valzer diventa complice e si fonde con le azioni e i pensieri dei protagonisti, che sprofondano lentamente verso nuovi piaceri intimamente desiderati e poi fortemente voluti.
Lo stesso Robert Van Ackeren ha definito "La trappola di Venere" -un film sul fascino dell'immaginazione colpevole, sui desideri segreti, sul mondo dei sogni e dei fantasmi maschili-.
Il valore aggiunto al film è la convincente interpretazione - a volte sin troppo espressiva - di Horst Gunther Marx nella parte di Max, la godardiana e disincantata Myriem Roussel (Marie) e la godibilissima (in tutti i sensi) Sonja Kirchberger (Coco).
Ottima la fotografia di Jurgen Jurges che rende altamente suggestiva l'atmosfera del racconto, insieme alla musica di Peter Raben.
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