Regia di Antonello Belluco vedi scheda film
Ci sono film a cui il perdono è dovuto e “il Segreto di Italia” è uno di questi.
Io gli perdono di non aver un cast altisonante, con volti belli e noti, politicamente corretti.
Uno come Favino od Accorsi, tanto per intenderci.
Gli perdono anche errori inconcepibili per la storiografia cinematografica universale , errori di ricostruzione storica, come quella famiglia di contadini che braccata dalle bande partigiane, fugge su una peraltro luccicante Balilla e non su una trebbiatrice infangata.
O la protagonista accusata di parlare un dialetto veneto improbabile, che coraggiosamente non ha voluto nel film cedere niente di se stessa, neanche la propria voce.
Perdono il regista per non aver usato effetti tridimensionali da Guerre stellari, che se uno il film se lo deve anche autofinanziare, forse non se le può permettere.
E lo perdono per aver elegantemente glissato sulle scene più truci, che la storia , quella vera, ci descrivono talmente sanguinarie e abbiette da doverle nascondere persino alla propria memoria.
Gli perdono tutto a questo film perché fin dalle prime battute, ti avvolge, ti prende per mano e lentamente ti accompagna sulle rive del Brenta, mentre il tuo respiro sempre più affannoso, diventa lo stesso degli abitanti di Codevigo, alle soglie di una tragedia, che fa orrore per il sangue versato e per l’ignobiltà e la pochezza di chi lo versò a guerra ampiamente terminata.
Voglio anche ringraziare tutti quelli, istituzioni, personaggi e critici, che lo hanno boicottato, disconosciuto, irriso e sbeffeggiato, perché , con tutti i limiti delle opere fatte principalmente col cuore e passione, mi rendono questa pellicola imperdibile e assolutamente da vedere.
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