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Trappola di cristallo

Regia di John McTiernan vedi scheda film

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George Smiley

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Trappola di cristallo

di George Smiley
8 stelle

"Trappola di cristallo" è l'action-movie simbolo degli anni '80, un concentrato di tutti i cliché del genere superbamente tenuti insieme dalla regia spettacolare di John McTiernan e dalla verve di Bruce Willis e Alan Rickman, eroe irriverente il primo e cattivo di ghiaccio il secondo. Ancora oggi, uno dei migliori film d'azione.

Classicone del cinema action che più classico non si può, "Trappola di cristallo (Die Hard)" di John McTiernan è l'americanata d'azione per eccellenza, un concentrato esplosivo di regia muscolare, effetti speciali realistici, esplosioni, spari, fuoco, sangue, sudore e battuttacce taglienti a smorzare la tensione onnipresente. Riassumendo, il meglio che si possa chiedere ad un film disimpegnato da guardare a mente libera e spirito allegro. Il film in questione è stato inoltre il trampolino di lancio delle carriere di Bruce Willis e del grande e compianto Alan Rickman, qui impegnati in un duello di bravura non indifferente grazie a due personaggi calzati a pennello. L'uno è l'archetipo dell'eroe per caso ma con le palle d'acciaio, sempre scanzonato e irriverente, l'uomo comune poco avvezzo ad apparire pronto però ad atti d'eroismo eccezionali, il poliziotto qualunque che ingaggia da solo una guerra contro i cattivi; l'altro è colui che ha ridefinito i canoni del villain moderno: freddo, calcolatore, raffinato, affabile, intelligente, carismatico, sottilmente ironico, spietato e senza scrupoli, il distinto ed educato signore pronto a spararti in testa senza battere ciglio se pensa che tu non gli sia di alcuna utilità.

C'è spazio per tutti i cliché del genere: si va dal protagonista con famiglia ed annessi problemi, il collega stronzo di sua moglie che l'unica cosa buona che fa in 131 minuti di film è farsi sparare nel cervello dal cattivone, il sergente di pattuglia che si rivela uno dei pochi simpatizzanti per l'eroe e che alla fine avrà da dire anch'egli la sua, il simpatico tassista di colore che si rivelerà un aiutante del protagonista, l'ispettore capo della polizia di Los Angeles che è ovviamente un perfetto idiota, i due stronzissimi agenti dell'FBI e la banda dei presunti terroristi, capitanati dal glaciale Hans Gruber. Ma il bello è che è proprio questo film ad aver ridefinito i suddetti cliché, perciò perché lamentarsi? Se vista da un'ottica più attenta, questa scelta può assumere anche dei connotati di critica sociale, in quanto i personaggi che detengono la maggiore autorità sono i più inetti, se non i più cinici: basti pensare ai due agenti dell'FBI che progettano di ingannare i terroristi e fare irruzione nell'edificio, noncuranti delle possibili ritorsioni ai danni degli ostaggi, o all'ispettore capo che non trova di meglio da fare che rimproverare a John McClane di aver danneggiato il palazzo nella neutralizzazione dei malviventi, o addirittura al giornalista che arriva a minacciare la badante di casa McClane di farla espatriare nel caso non gli avesse permesso di intervistare le due figlie piccole mentre i genitori erano all'interno dell'edificio sotto il controllo della banda di Gruber, finendo per ricevere più tardi in cambio un sonoro cazzotto dalla signora McClane. A risolvere i problemi, per fortuna, ci pensano le persone comuni, anche se purtroppo nella realtà raramente è così.

McTiernan ci mette del suo e gira un film d'azione dal ritmo serrato, ambientato quasi completamente in un grattacielo nei cui spazi Willis si muove di soppiatto tendendo agguati, nascondendosi e agendo tempestivamente, mentre nella sua mente è impegnato in una partita a scacchi con Rickman, il quale nel frattempo manda avanti il piano elaborato certosinamente al fine di rubare il contenuto del caveau dell'edificio, rivelandosi per quello che è in realtà: un abile professionista interessato solo ai soldi. Il regista è bravo a non strafare e le scene, per quanto tese e spettacolari, non sono mai inverosimili, grazie anche al buon equilibrio raggiunto tra azione e comicità, con l'inserto di parecchie battute sarcastiche, ironia e humor nero che non rendono mai l'atmosfera tediosa e ben si addicono alla faccia da schiaffi di Bruce Willis, a suo agio nei panni bruciacchiati e sanguinanti del rozzo ma divertente poliziotto. Le sequenze al cardiopalma abbondano e la più famosa e riuscita è quella in cui John si lancia dal tetto dell'edificio legato ad una pompa, scampando all'esplosione che investe un elicottero e atterrando parecchie vetrate sotto, e tutto questo mentre si lamenta di essere stato invitato da sua moglie a passare il Natale a Los Angeles.

Ma un film d'azione è valido solo se ha un cattivo all'altezza del ruolo, e Alan Rickman ruba veramente la scena a tutti: quasi sempre composto, senza mai gridare, con voce ferma e sguardo gelido impartisce ordini ai suoi scagnozzi e agli ostaggi, minaccia di morte chi non li esegue e uccide senza esitazione chi persevera nel disobbedirgli. Gli unici momenti in cui i lineamenti del volto gli si allargano è quando esibisce il sorriso sibillino che non preannuncia niente di buono. Con la sua performance, Alan Rickman è riuscito a rendere interessante e imprevedibile un personaggio che poteva tranquillamente rimanere bidimensionale se affidato ad un altro attore, regalandoci uno dei cattivi più iconici del grande schermo. Un ottimo modo per ricordarci la sua grandezza d'attore, purtroppo mai del tutto capita e apprezzata da chi di cinema ne dovrebbe invece sapere più di tutti, ma sicuramente sempre riconosciuta dal pubblico, che lo ha sempre seguito e apprezzato in ogni film da lui interpretato.

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