Regia di Pasquale Squitieri vedi scheda film
In un futuro distopico e ultratecnologizzato, nel quale l’essere umano vive isolato e controllato, l’anziano Adamo chiede aiuto al suo avanzatissimo computer per vivere qualcosa di reale.
È abbastanza evidente che Pasquale Squitieri ha diretto cose migliori, eppure L’altro Adamo rimane un titolo fondamentale per la sua lunga filmografia in quanto si tratta della sua ultima opera. Di buono c’è senz’altro l’ispirazione fantascientifica della sceneggiatura, da lui stesso scritta, e quell’evidente intento moralizzante, non troppo invadente in realtà, che trasforma molto presto la pellicola in una specie di moderno pamphlet anti tecnologia. Fra intuizioni valide e altre un po’ farraginose o soltanto banalotte (la mano parlante, anzitutto, che poco vuol dire in termini di logica per la storia e ancora meno rappresenta dal punto di vista meramente estetico, visivo del lavoro), L’altro Adamo gioca la sua carta migliore nell’interpretazione di un impeccabile Lino Capolicchio e la sua peggiore nella fotografia pseudotelevisiva, fastidiosamente digitale, affidata a Daniele Baldacci, che per scelta artistica è costretto a variare continuamente fra colore e bianco e nero con esiti indubbiamente poco accattivanti per lo spettatore. Si nota per la sua assenza anche la colonna sonora: quel poco di musiche che compare è da attribuire a Manuel De Sica, e anche nel suo caso occorre specificare che ha saputo fare decisamente di meglio. Fra gli altri attori sulla scena, infine, si ricordano Marianna Dal Collo (Marianna Jensen), Saverio Mastelloni e la compagna del regista, di trent’anni più giovane di lui, Ottavia Fusco. 2,5/10.
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