Regia di Mario Soldati vedi scheda film
C'è odore di Matarazzo (quanto al triangolo sentimentale e all'uomo che tenta la donna sposata) in questo film di Soldati. Tuttavia del secondo troviamo l'abituale precisione e solidità, ma pure l'amarezza e una certa cattiveria nella rappresentazione di certi personaggi. Comunque il regista non dà mostra di quel pessimismo che lo caratterizza in altri film.
Senza pietà, però, è la sua rappresentazione del personaggio del guardiacaccia, uomo malvagio e orditore di inganni. Come anche lo definisce un altro personaggio, è un serpente, e ne basta uno per seminare menzogna e odio in un gruppo di persone che altrimenti andrebbero più o meno d'accordo. Il movente del suo agire è sì la vendetta, ma secondo me anche il desiderio per la donna: egli infatti trama per far sì che i rivali si uccidano tra loro e lui possa mettere le grinfie su di lei, senza chiedersi cosa costei pensi di lui naturalmente. Nessun scrupolo sembra intralciare anche i suoi inganni più turpi. Se egli è malvagio, vi è però anche chi fa non pochi danni con la sua goffaggine e grettezza, oltre che una mentalità imperniata sul prestigio sociale e sul denaro: è la madre di lei, che con i suoi interventi maldestri e invadenti finisce per favorire il dramma che procede.
E' da ricordare anche la scena iniziale del pestaggio per vendetta, per l'odio e la violenza che esprime, non strana in un film di Soldati. In quel momento i personaggi coinvolti sfogano una specie di rancore represso, oltre che la cattiveria latente che è in tutti noi.
In generale nel film si respira quell'aria da primo dopoguerra di altre pellicole di quegli anni, quando le persone erano ancora ciniche e amareggiate a causa conflitto, e molti rancori e ruggini intaccavano i rapporti. Non un capolavoro, ma un film che ha tutto il suo valore, a metà tra il neorealismo in atto e il melodramma a venire.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta