Regia di Mario Soldati vedi scheda film
la vendetta è un piatto che si serve freddo e quale miglior occasione per stefano(carlo ninchi)guardiacaccia del conte paolo(adriano rimoldi)di vendicarsi di nanni(andrea checchi) che gli ha teso un'imboscata con 4 amici tra cui faille(juan de landa) qualche anno prima e lo ha picchiato selvaggiamente vendicandosi dei due mesi di carcere che gli ha fatto fare per cacciagione di frodo nelle terre del conte, caro amico d'infanzia di nanni tra l'altro, che inculcargli lentamente nella mente che la bella moglie armida(doris duranti)lo tradisce col vecchio amico appena tornato dalle americhe. e così la gelosia fece il suo corso permettendo a stefano che il proprio piano si compia praticamente per mano della vittima. qualche anno più tardi ci avrebbe tentato clouzot a creare l'inferno mentale dovuto ad insana gelosia di un uomo(reggiani)per la bellissima moglie(schneider). tentativo fallito ripropostoci da un bel documentario, ma negli anni novanta del secolo 1900 il grande claude chabrol ne fece una sua versione con francois cluzet e l'allora stordente emmanuelle beart. nanni preferisce dare credito al subdolo stefano perchè vuole credere(sa!) che armida nel periodo che lui fu recluso, a firenze da sola, lo abbia tradito deliberatamente. nonostante gli avvertimenti di faille, nanni decide di lasciarsi andare agli insani sospetti sulla remissiva moglie, troppo bella per non essere colpevole. nonostante la cupezza dei toni, il film si risolleva con qualche buon momento leggero grazie agli interventi di faille e della madre di armida(amelia chellini)in visita alla figlia che non stonano affatto e mentre assistiamo all'affossamento di un uomo onesto per mano di un altro mosso solamente dalla bramosia di una calcolata vendetta, ci si accorge che qualcosa dentro a nanni si sta guastando quasi irrimediabilmente. grazie anche agli ottanta minuti di durata il film fila via che è un piacere, la sofferta interpretazione di un sempre gradevole andrea checchi contrapposta alla machiavellica trappola escogitata dall'attento carlo ninchi, si riesce a soprassedere sulle interpretazioni a volte enfatizzanti di rimoldi e della duranti, alle quali si fa un pò fatica a credere. comunque nel complesso un buon prodotto di genere.
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