Regia di Neri Parenti vedi scheda film
Dopo i Colpi di fulmine e quelli di fortuna, è a colpi di zodiaco che si giocano gli episodi della premiata ditta Parenti & Vanzina: individuata la dipendenza dall’oroscopo come male endemico del Belpaese, procedono (secondo le note di regia) «come novelli Dante tra tante storie di quotidianità italiana». Il legame con l’astrologia è tanto flebile da essere, in tre capitoli su cinque, un pretesto rapidamente accantonato, per dare vita a microcommedie degli equivoci in cui gelosia, avidità, ipocondria e idiozia sono motori più universali delle stellari previsioni di Paolo Fox. Che la «quotidianità italiana» sia fatta di misoginia galoppante (l’episodio con Ricky Memphis, lungo spot di Euronics con finale apocalittico), razzismo becero (il mantra ebete «Gabon, Gabon, Gabon» di Massimo Boldi, il cui capitolo si chiude con un cardinale africano massacrato di botte: «T’hanno proprio fatto nero!») e abusi di potere (Salemme carabiniere trascina in caserma gli innocui fidanzatini della figlia) potrebbe anche essere vero, nonostante Parenti & Co. non vadano tanto per il sottile. Il problema, piuttosto, è nella povertà di idee con cui tutto ciò viene messo in scena: dall’amnesia dell’avvocato squalo Gigi Proietti alla farsa di Pio & Amedeo per conquistare la bellezza sudamericana, i siparietti si consumano in una sequela di situazioni talmente abusate e già viste, e proposte con tanta esibita sciatteria, da suscitare noia istantanea.
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