Regia di Emmanuelle Bercot vedi scheda film
Melony è orfano di padre e la madre, drogata, poco autorevole e poco responsabile, all’età di sei anni, in difficoltà a badare sia a lui, bambino problematico, che al fratellino neonato, lo lascia al tribunale minorile. Da lì in poi infanzia e adolescenza li passa in balia degli assistenti sociali, istituti e tribunali dei minori. Il giudice dei minori Florence farà il possibile, anche con l’aiuto di Yann, un educatore che ha avuto a sua volta un infanzia difficile, per indirizzarlo nella strada giusta. Ma sarà un percorso difficilissimo, con molte sconfitte e qualche piccola vittoria.
Il film è stato scelto come titolo d’apertura di Cannes 2015, presentato fuori concorso, dove – a quanto pare - non ha entusiasmato critici e giornalisti. Anche le prime recensioni italiane dopo la distribuzione nelle sale (per la quale ringrazio la sempre benemerita Officine Ubu) mi sembrano tiepide se non negative, tant’è che avevo abbassato le aspettative.
Ma una volta visto il film non capisco il perché, onestamente. Io credo che la regista, Emmanuelle Bercot, abbia invece fatto un buon lavoro nel raccontare il difficile percorso verso la redenzione di un adolescente che non ha avuto un’infanzia serena, e a cui sono sicuramente mancate stabilità e chiare linee educative. E la cui indole ribelle e indomabile ha portato a mettersi continuamente nei guai e ad avere seri problemi con la giustizia, nonostante gli sforzi che alcune figure, ben tratteggiate dalla regista, hanno fatto per riportarlo nella retta via.
Forse il maggior pregio del film è la verosimiglianza, l’onestà con la quale ci tratteggia un mondo complesso, quello dei minori allo sbando, senza sconti di sceneggiatura, senza omettere scatti di violenza, prevaricazioni e atteggiamenti aggressivi, nonché le tante occasioni per arrivare al riscatto concesse ma sprecate, facendoci soffrire ogni volta che di fronte a uno spiraglio di luce si riprecipita nuovamente nel tunnel più profondo. E facendoci quasi commuovere quando invece un orizzonte sereno forse davvero si avvicina.
Concludo citando la straordinaria performance del giovane attore protagonista Rod Paradot, alla prima prova, semplicemente magnifico nel rappresentare ogni tratto del suo personaggio, in ogni sguardo, in ogni espressione, in ogni scena. Strabiliante. Voto (da 1 a 10): 7.
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