Regia di Emmanuelle Bercot vedi scheda film
«È da quando era piccolo che è un delinquente». Così Sara Forestier, mamma dell’irrequieto Malony (Rod Parodot), al giudice dei minori Catherine Deneuve. E noi di questo “delinquente” predestinato seguiamo la sorte dai 6 ai 18 anni, in una operazione di adesione al personaggio, alla sua crescita, che in molti hanno paragonato a Boyhood. Film d’apertura di Cannes 2015, A testa alta di Emmanuelle Bercot, attrice-autrice, scritto insieme a Marcia Romano, elabora memorie ed esperienze dello zio della regista, educatore in un riformatorio in Bretagna. Da una parte l’istituzione (tribunale, casa di correzione), dall’altra la famiglia, a dir poco disfunzionale, con babbo assente, nonno manesco e mamma decisamente inadeguata al ruolo educativo. In mezzo Malony, incapace di qualunque convivenza sociale, “salvato” in corner da un riscatto finale piuttosto prevedibile. Bercot si sforza di far apparire autentico un racconto che invece si percepisce come programmatico e schematico, con non pochi cliché, dalla giudice “materna” all’educatore (Benoît Magimel, comunque eccellente) con passato “bruciato” come quello del proprio giovane assistito. La prova del non professionista Parodot è mimetica e nervosa e il film, dato il tema forte, ha il giusto potenziale per incontrare un pubblico (per esempio quello dei cineforum affamati di dibattito). Ma resta irrisolto.
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