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A testa alta

Regia di Emmanuelle Bercot vedi scheda film

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La recensione su A testa alta

di Furetto60
7 stelle

Film "sociale"prevedibile, ma intenso

Malony,che  non ha mai conosciuto il padre e con una madre tossicodipendente e irresponsabile ,che non vede l'ore di liberarsi di lui,che considera un fardello,è un ragazzo disadattato dal comportamento aggessivo e sconsiderato,che sin da piccolo costituisce un problema sociale e familiare.Entra ed esce dal tribunale dei minori.Finisce in una struttura correttiva e perfino in carcere.Florence il giudice, la splendida , malgrado l'età avanzata, Catherine Deneuve, decide di volta in volta, le sue sorti,ponendosi verso di lui  a volte con atteggiamenti rigorosi,altre volte materni,ma con scarsi risultati,Malony pur non essendo cattivo, ha un carattere pessimo, ingestibile e litigioso e in perenne lotta col mondo intero,agisce con rabbia furiosa, il suo atteggiamento è perennemente provocatorio e  distruttivo,e perfino nella comunità di recupero dove viene  accolto,trova il modo di litigare con i compagni.Affidato all'educatore Yann,che ha dei trascorsi simili ai suoi,trova comprensione e incentivo a cambiare, poi incontra Tess,che se ne innamora,malgrado Malony,all'inizio,ricambi con sprezzante sfiducia.Tuttavia il finale ,lascia intravedere qualche  speranza.

Emmanuelle Bercot propone un ritratto più che verosimile, di un percorso di crescita e formazione decisamente tumultuoso, ad ostacoli.Gli intralci provengono da chi, naturalmente ,avrebbe il compito di proteggere e aiutare un ragazzo difficile, una madre che già in partenza,si vede sconfitta e considera il figlio irrimediabilmente perso,poi la negligenza di un giudice,Florence che colpevolizza Malony,e che almeno all'inizio, non prende coscienza dell'ambiente in cui vive.Le sue esternazioni violente, sono una richiesta d'aiuto,invocata in modo erroneo,ma legittimata da un vissuto di precarietà e d'incertezza, cui ovviamente non è facile corrispondere.

Il regista gira un film prevedibile,anche se la struttura narrativa è valida e l'interpretazione del giovane attore, efficacissima.Il tema trattato,è arcinoto,Il regista propugna la tesi che "cattivi" si diventa, non ci si nasce.Su questo, si può aprire un acceso dibattito.Scuole di pensiero a riguardo ce ne sono tante.E' certo che le esperienze,che si vivono o si subiscono, nell'infanzia e anche dopo, incidano fortemente, sull'indole di un individuo,Freud,ne era sicuro e non solo lui.

 

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