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Diary of a Chambermaid

Regia di Benoît Jacquot vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Diary of a Chambermaid

di hupp2000
7 stelle

Quarta trasposizione cinematografica del romanzo di Octave Mirbeau. La versione di Luis Buñuel è difficilmente superabile, ma Léa Seydoux regge a modo suo il confronto con l'immensa Jeanne Moreau.

Benoît Jacquot è un regista che apprezzo molto, come attestano le mie precedenti recensioni ad alcuni suoi film. Anche questo adattamento del romanzo di Octave Mirbeau edito nel 1900 è apprezzabile, ma non può certamente competere con il capolavoro che ne trasse Luis Buñuel nel 1964. Se nella versione del Maestro spagnolo il messaggio politico, la critica sociale e il grido anti-franchista sono centrali, qui l’intento si fa più psicologico e personale, concentrandosi essenzialmente sul ritratto meticoloso e approfondito della protagonista. Va detto che Léa Seydoux si presta magnificamente all’operazione, tratteggiando un personaggio che resterà probabilmente come uno dei momenti più felici della sua carriera. A differenza della straordinaria Célestine interpretata da Jeanne Moreau mezzo secolo prima, donna sovversiva e senza tentennamenti, quella incarnata da Léa Seydoux è una figura molto più esitante, in preda a dubbi e passioni resi comunque con indubbia efficacia. Restando ancora sul paragone tra le due pellicole, posso dire di aver rimpianto il Michel Piccoli padrone di casa feticista nel film di Buñuel. Al suo cospetto, il malcapitato Hervé Pierre non regge il confronto, anche perché il suo ruolo è molto più marginale. La situazione si capovolge invece con la figura del giardiniere Joseph, interpretato da Georges Géret nel primo film e da Vincent Lindon in questo. Razzista e assassino in entrambi i casi, il rapporto che instaura con Célestine mi è apparso più ambiguo e sfaccettato, nonché più sensuale ed erotico, nella solida e burbera interpretazione di Vincent Lindon, decisamente adatto a questo genere di personaggio. Il finale dei due film differisce peraltro sull’esito della relazione tra Célestine e Joseph. Con Luis Buñuel c’è la separazione tra i due, con Benoît Jacquot fuggono insieme verso un destino più che mai incerto.

Una domanda: perché il titolo italiano è in inglese?

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