Regia di John Ford vedi scheda film
John Ford (il cui vero nome è Sean Aloysius O.Feeney) è uno dei più grandi registi di tutti i tempi, ma come tutti i "grandi" ha avuto necessità di una indiscutibile consacrazione: nel suo caso, la sua definitiva affermazione la si deve a questo "Il traditore", vincitore di 4 Oscar (attore protagonista, regia, sceneggiatura, colonna sonora).
Il talentuoso Ford, partendo dalla sceneggiatura di Dudley Nichols, tratta dal romanzo omonimo di Liam O'Flaherty, ricostruì in studio tutta la Dublino degli anni Venti, dove si svolge l'azione drammatica di buona parte del film.
Siamo nel 1922, gli irlandesi lottano contro gli inglesi per la loro indipendenza.
Il Sinn Fein, partito dei ribelli nazionalisti irlandesi, è costituito da elementi di varie estrazioni sociali, tanto da renderlo permeabile
e inevitabilmente eterogeneo.
Un certo Gypo Nolan (Victor McLaglen), membro del Sinn Fein e novello Giuda, tradisce per venti sterline un compagno di lotta, cercando di far ricadere su un innocente tutti i sospetti.
Dan Gallagher (Preston Foster), capo dei ribelli, non crede che il sospettato sia il colpevole, e indaga per suo conto, arrivando a scoprire la verità.
Gypo, vistosi scoperto, fugge nella nebbia, inseguito e braccato dai ribelli inferociti.
Ferito a morte, riesce a raggiungere una chiesa, ultimo possibile rifugio, e a implorare il perdono della madre dell'amico tradito.
Film crudo ed essenziale, privo di sbavature, denota la volontà di Ford di rifarsi agli stili del cinema espressionista europeo, per poi riprendere con maggior vigore la sua "classica" produzione, con "Ombre rosse" (1939), "Furore" (1940), "Sentieri selvaggi" (1956) per congedarsi dagli schermi con "Missione in Manciuria" (1966).
Musica da Oscar di Max Steiner.
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