Regia di John Ford vedi scheda film
Buono questo racconto di tradimento e pentimento, che si distingue per il particolare sguardo del regista sui personaggi e sul contesto storico dell'azione (si rispettano tra l'altro le tre unità di tempo, luogo e azione). Gli inglesi sono oppressori e dominatori del popolo irlandese, che è anche povero, affamato, e costretto all'emigrazione. Il traditore, tuttavia, non è un giuda vero e proprio, cioè perfido e calcolatore, ma uno zoticone che si lascia tentare dalla taglia in un momento di fame e per piacere alla donna che ama. A tradimento consumato, lo vediamo dibattersi tormentato dal rimorso, che cerca di soffocare con fiumi di whisky e scialacquando il denaro della taglia. Aiuta anche chi ha bisogno e dà da mangiare agli affamati, ma la molla interiore è il disfarsi di una somma che è prezzo di sangue. La prospettiva di Ford non è cioè quella di puntare il dito sul cane traditore, ma mostrare il dramma di un individuo che si lascia andare a una tragica sbandata, decisa ed eseguita nell'arco di pochi minuti. Gli unici che sono tutti negativi sono i poliziotti inglesi, e dal quadro complessivo non è certo azzardato affermare la simpatia del regista per gli indipendentisti cattolici irlandesi.
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