Regia di John Ford vedi scheda film
Un altro notevolissimo film di Ford, uno dei suoi migliori non-western. Si tratta di una specie di Delitto e castigo dublinese, con retroterra cattolico ed alcolico e trattato con uno stile fortemente simbolico ed espressionista. Si avverte anche l'influenza del Joyce di Gente di Dublino, ma molto di quanto accade intorno a Gypo rispecchia quanto sta accadendo dentro di lui: il cieco che Gypo prende per il collo simboleggia la sua coscienza. Allo stesso tempo il rimorso si fa prepotentemente strada dentro l'informatore, acuendo il suo bisogno di stare con la gente, contornarsi del maggior numero possibile di persone, conosciute e non, amici veri e parassiti. Gypo annegherà il rimorso nell'alcol, ma in preda ai suoi fumi scialacquerà il denaro e si smaschererà agli occhi dei vecchi compagni di lotta.
A Dublino, nel 1922, durante la rivolta antibritannica del Sinn Fein, Gypo Nolan, ridotto in miseria, vende alla polizia inglese un amico, membro della resistenza. Con i soldi spera di poter emigrare in America con la ragazza che ama. Roso dal rimorso, finirà per sperperare il denaro in una notte di bagordi e per essere giustiziato dai membri della rivolta.
Mastodontica interpretazione di Victor McLaglen (che vinse anche il premio Oscar), che in un finale quasi cristologico ha la scena madre della sua carriera e mostra come il suo personaggio possa morire in pace con gli uomini e con Dio.
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