Regia di Bruno Mattei vedi scheda film
Una giornalista televisiva americana vede il suo programma sensazionalista calare drasticamente negli ascolti; il capo minaccia perfino di farlo chiudere. Per riportare interesse negli spettatori, la donna senza scrupoli convince la sua piccola troupe a seguirla presso una tribù di cannibali amazzonici per realizzare il più cruento reportage mai visto.
Liquidarlo come 'immondo movie' sarebbe di un sarcasmo facile e, in fondo, non veritiero; Mondo cannibale (il terzo film con questo titolo, dopo quelli di Lenzi del 1972 e quello di Prosperi del 1980) è un prodottino a budget miserrimo girato con tanta buona volontà e pochissime idee da un modesto mestierante quale Bruno Mattei, alias Vincent Dawn. Da salvare c'è poco, soprattutto l'idea di riportare in auge il genere 'cannibal' che ormai da un paio di decenni pareva giustamente sepolto; il vero problema - da cui la freddura dell'incipit - è che stavolta Mattei si propone di girare qualcosa che va troppo oltre le sue possibilità tecniche e concrete, e il risultato finale è davvero pessimo. Foreste rappresentate da quattro cespugli, indigeni che ghignano in camera, 'effetti speciali' grossolani: la risposta può e deve essere semplicemente no, meglio evitare insomma. Il lato positivo è che Mattei, grazie al fido produttore Giovanni Paolucci (con cui, come spesso accade, condivide la firma in sceneggiatura), riesce comunque a lavorare in un cinema italiano ormai in ginocchio da decenni e soprattutto riesce a girare ciò che più gli piace, a prescindere dal pubblico. La scelta di far uscire il film direttamente per il mercato del videonoleggio è sicuramente quella azzeccata, pertanto. Helena Wagner, Claudio Morales, Domiziano Arcangeli... il cast promette pochissimo e, naturalmente, lo mantiene. 1/10.
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