Regia di Bruno Mattei vedi scheda film
Il cinema italiano va in crisi e non ne riemerge più? Poco male per Bruno Mattei, abile mestierante ancorato alle produzioni di serie B e C, che esordì negli anni Settanta fra filmetti erotici e altri prodottini 'di genere'. Mattei, attenendosi coerentemente a un basso profilo qualitativo, è riuscito a portare avanti una filmografia ad alto tasso quantitativo fino al termine della sua carriera; ma soprattutto ha potuto girare ciò che gli è parso (principalmente horror e soft porno), pur dovendo mantenersi a budget miseri o miserrimi. Capriccio veneziano è un esempio di tutto questo: un lavoro pressochè privo di trama (Venezia, lui incontra lei, turbine di passione, fine) con interpreti scadenti e l'unico effetto speciale rappresentato dalle scene bollenti, a un passo dalla pornografia. Come di consueto Mattei - che qui si firma con lo pseudonimo anglofono Vincent Dawn - mette mano anche al montaggio; Giovanni Paolucci è il produttore-sodale del regista e con lui scrive la sceneggiatura, o ciò che dovrebbe rappresentarla. Non particolarmente coraggioso neppure come soft porno / erotico, Capriccio veneziano è solamente uno dei tre titoli diretti da Mattei nel 2002, insieme a Belle da morire e Privè. 1/10.
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