Regia di Camillo Mastrocinque vedi scheda film
Antonio Peluffo vive realizzando, con l'aiuto del complice ed amico Camillo, piccole truffe ai danni dei molti gonzi che si trovano in giro. Lo fa, soprattutto, per pagare le spese di mantenimento della figlia Diana, ospite di un prestigioso collegio, il cui personale lo crede un importante diplomatico. La ragazza, appassionata di balli moderni, mal sopporta le regole dell'istituto. Nel corso di un'escursione notturna non autorizzata, conosce Franco. I due s'innamorano. Casualmente, il giovane è figlio del commissario Malvasia, un poliziotto amico di Antonio, nonchè suo persecutore. Film molto divertente, con una trama la cui prima parte è dedicata alle operazioni "truffaldine" di Antonio; la seconda parte lascia spazio al racconto della storia d'amore tra i due giovani. L'opera merita la visione anche solo per le performance di Totò, in maschera e senza. Memorabili alcune sequenze, quali quella della vendita della Fontana di Trevi e del vespasiano; io ho molto apprezzato anche quella dei diplomatici di colore. Buona l'idea di inserirle in una vicenda che acquisisce lentamente complessità, con la vicenda sentimentale dei due ragazzi, i quali si comportano con coscienza e s'impegnano per coronare il loro sogno d'amore. Bravi tutti gli attori. Oltre Totò, lodevoli, nel ruolo di comprimario, Nino Taranto e, nei panni della giovane e vivace, ma non disinibita, Diana, Estella Blain. Un'opera spensierata, ancora oggi molto piacevole da vedere ... e da ascoltare, dato il molto spazio concesso a musiche e balli.
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