Regia di Camillo Mastrocinque vedi scheda film
Una delle storie più bizzarre, fracassone, piene di fantasia di tutta la carriera di Totò. Il film in sè non è certo un capolavoro, ma le risate sono assolutamente sicure e la verve istrionica del comico napoletano è assecondata abilmente dalla leggera (ma concreta) presenza di Taranto. In più si aggiunge una vena 'romantica' particolare nel rapporto padre-figlia attorno al quale si scatena la ridda di gag e situazioni buffe. La compravendita della fontana di Trevi è passata alla storia del cinema italiano - e giustamente, ma ci sono molti altri momenti esilaranti all'interno di questa pellicola.
Totò deve mantenere la figlia ad un prestigioso e collegio svizzero: come fare? Insieme ad un complice organizza truffe grossolane: vende la fontana di Trevi, si spaccia per donna, nero, per Fidel Castro... ma la ragazza ha una sorpresa per il padre: si fidanza con un ragazzo che è figlio del commissario che sta alle calcagna di Totò e del suo complice.
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