Regia di Mario Mattòli, Camillo Mastrocinque vedi scheda film
Ma il voto va a questo film o a quelli in esso contenuti? Essendo Totò story un meta-film, cioè un film di altri film, si presuppone che il giudizio vada dato all'operazione e non tanto su ciò che essa estrapola, ovverosia sul girato di Mastrocinque e Mattoli relativo ad altre pellicole. Perchè altrimenti saremmo di fronte ad un prodotto sfolgorante, molto divertente, anzi eccellente nel genere comico: ma la dettatura della lettera a Peppino o la vendita della fontana di Trevi, per dire due delle gag più note del principe (qui chiaramente presenti) le abbiamo già viste altrove e questa ne è solo una riproposizione forzata, all'interno di un progetto nato per finalità esclusivamente commerciali (Totò era morto da poco ed i suoi film erano da tempo diventati vacche da mungere per i produttori: basso budget e incasso garantito). Questo Totò story, in definitiva, non fa che tagliuzzare qua e là una specie di 'greatest hits' del comico napoletano - ad ogni modo, data la sua sconfinata carriera, per forza di cose parziale - ed assemblare i vari spezzoni in ordine casuale; altre operazioni analoghe verranno proposte nel corso dei successivi anni (SuperTotò, W Totò), a testimonianza dell'indiscutibile ruolo di primo piano del Nostro nel panorama non solo comico, ma cinematografico italiano. Pertanto, pur essendo una selezione di materiale di ottimo livello, gran parte del quale entrato già ai tempi nell'immaginario collettivo della nazione (il che giustificherebbe un voto alto), è proprio in quanto film-selezione che Totò story dovrebbe meritare una votazione piuttosto ristretta: rimanendo a metà strada fra le due concezioni dell'opera, è giusta la sufficienza. 6/10.
Totò sceicco, Totò, Peppino e la malafemmena, Signori si nasce, Totòtruffa, La banda degli onesti: spezzoni tratti da questi (e altri) film interpretati dal principe della risata nel corso della sua brillante carriera; non mancano la dettatura della lettera a Peppino e la richiesta di indicazioni in una lingua incomprensibile ad un vigile milanese.
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