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Totò sceicco

Regia di Mario Mattòli vedi scheda film

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La recensione su Totò sceicco

di cherubino
10 stelle

Un Totò scatenato, giovanile, fresco, irrefrenabile: a mio parere, dal punto di vista strettamente comico, al suo massimo, raggiunto anche in altri film ma non superato. Age, Scarpelli, Marchesi e Metz, volendo, avrebbero potuto trarre due film da questo loro soggetto (e ricca sceneggiatura), parodia di "Il figlio dello sceicco" e di "L'Atlantide".

TOTÒ SCEICCO (1950)

 

Il Totò "della repubblica" ci ha regalato una ventina d'anni di comicità straordinaria al cinema, ma quello "del regno" ne aveva regalati altrettanti  a teatro. E la gran parte di coloro che avevano avuto la fortuna di poterlo ammirare dal vivo, a pochi metri di distanza dal palcoscenico nei suoi anni giovanili, rimasero fermamente convinti di aver visto, loro sì e soltanto loro, Totò al massimo della comicità possibile. Io non sono fra costoro, ovviamente, per motivi anagrafici. Ma non stento a crederci.

 

Ebbene, penso che il Totò già cinquantaduenne di questo film ci possa far immaginare con buona approssimazione il godimento di quegli spettatori privilegiati, perchè è un TOTÒ scatenato, giovanile, fresco, irrefrenabile: a mio parere, dal punto di vista strettamente comico, al suo massimo, raggiunto anche in altri film ma non superato.

 

Certo, visto da vicino..... Il mio collega "RIB" mi raccontò come una delle esperienze più belle della sua vita che durante l'ultima guerra nel più grande rifugio romano (catacombe, forse?) si era creato panico, molto spavento, pianti e grida ma c'era il Principe che a un certo punto si fece issare su un masso e incominciò ad esibirsi per i tanti presenti: dopo una decina di minuti si erano non solo tranquillizzati ma proprio dimenticati del pericolo e si sbellicavano dalle risa; Totò generosamente continuò a farli ridere trattenendosi ancora per buona mezz'ora dopo il cessato allarme e solo allora tutti se ne andarono, felici.

 

Tornando al film: Age, Scarpelli, Marchesi e Metz, volendo, avrebbero potuto trarre due film da questo loro soggetto (e ricca sceneggiatura) anzichè questo solo che, nel titolo, si rifà a "Il figlio dello sceicco" ma in realtà è parodia non solo di quel grande successo di Rodolfo Valentino ma anche di "L'Atlantide". Infatti il primo tempo è estremamente dinamico, un susseguirsi ininterrotto di gags e battute folgoranti: con un minimo di "calma" in più il film avrebbe potuto già concludersi. Cinque stelle, inevitabili.

 

E invece c'è ancora tutto il secondo tempo, dedicato alla regina di Atlantide. Il gran ritmo del primo tempo non si attenua mica tanto e si ride ancora (diciamo "a quattro stelle") con l'entrata in scena di altri due attori ad arricchire il già pregevole cast: Tamara Lees è la regina dalle labbra che non perdonano, il volto più "classico" che si possa immaginare; e un grande Arnoldo Foà il meraviglioso pazzo per il quale la vita non ha senso senza un suo bacio.

 

Quasi coprotagonista, al fianco di Totò - il suo maggiordomo/protettore - dall'inizio alla fine troviamo un bravissimo Aroldo TIeri, che interpreta Gastone, "pazzo" invece a intermittenza vuoi per gelosia vuoi a causa di "questo tremendo sole africano!": ruolo che ha comportato una interpretazione quasi sempre su toni alti, veramente da applausi.

La donna fonte dei suoi guai è la bella cantante Lulù Bluette, se ben rammento, impersonata da Laura Gore, attrice che non ricordavo, adeguata alla sua parte, non secondaria: recitò in una trentina di film, con buoni registi, ma morì a soli 38 anni, per problemi cardiaci.

Altri comprimari che rendono gustosa la visione di questo film ce ne sono in abbondanza, a cominciare, in parti significative, dallo storico partner del Principe Cesare Polacco, che dà vita a un personaggio disposto a tutto per avidità (interpretato doverosamente "sopra le righe") e da Riccardo Billi, di cui non Vi dico altro: vediamo chi lo riconosce (io proprio non c'ero riuscito)!

Il cast, ho detto, è vasto e pregevole e riconoscerete, per esempio, Ubaldo Lay, Raimondo Vianello, Carlo Croccolo, l'altro partner immancabile Mario Castellani, Aldo Giuffrè, Giacomo Furia, Pietro De Vico e la voluminosa Marchesa madre di Gastone (con argano appresso) Ada Dondini.                         .

Tutti, ma proprio tutti, in gran spolvero guidati da un regista che ha sempre assecondato le potenzialità di ciascuno degli attori affidatigli, naturalmente Totò in primis: Mario Mattoli, qui alla sesta delle sue sedici collaborazioni con il grande Antonio De Curtis.

 

Voto? Come preannunciato, quattro stelle e mezza. Non ho niente contro il genere farsesco e le parodie, se il risultato è grande comicità. (♥)

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Post scriptum del 26.5.17:

(♥) Voto che oggi - dopo aver visto e soprattutto rivisto nel frattempo un buon numero di film comici sia dell'epoca sia successivi - mi sento in dovere di modificare: *****.

 

 

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