Regia di Gregory Jacobs vedi scheda film
La trama sta in un telegramma: Mike ha cambiato vita. Stop. I suoi compari di striptease, ormai privi del mentore Dallas, vogliono riunirsi per un ultimo show. Stop. Mike rifiuta. Stop. Poi ascolta Pony di Ginuwine e accetta. Stop. Nel loro viaggio da Tampa a Myrtle Beach sfoggiano campionari di banalità spirituali e show muscolari. Stop. Incontrano qualche bella signora stagionata e altrettante giovani puledre da sedurre per una notte e via. Stop. Qualcuna si innamora. Stop. Finalmente giungono alla meta e va in scena un logorroico spettacolo finale di 25 minuti, introdotto da Elizabeth Banks in versione mistress. Stop. Soderbergh non scrive e non dirige, “limitandosi” a rivestire i panni di produttore esecutivo, di direttore della fotografia e di montatore (sotto pseudonimo). La carenza di densità drammaturgica è evidente: là dove Magic Mike strutturava i personaggi mostrandone il conflitto, la versione XXL predilige i muscoli e le pose sexy a metà tra etero e queer. Il film è un grande e inerte backstage di uno show annunciato, condotto a ritmo di boy band. Patinato oltre la giustificazione estetica, si sviluppa on the road senza coordinate esistenziali, né esigenze di coreografia. Tatum, dopo Foxcatcher, riafferma quanto sia abile gestore dell’espressività del suo corpo e il resto della truppa si diverte in una riunione guascona assieme ad Amber Heard. Ma a divertirsi sono solo loro.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta